«Una sfrontata
mancanza di considerazione nei confronti della cittadinanza»: così il Comitato
“Falerna – Acqua bene comune” stigmatizza la presa di posizione dell’amministrazione
comunale che, con provvedimento di giunta, ha archiviato la proposta di delibera
d’iniziativa popolare, relativa alla gestione del servizio idrico integrato.
- «Ritenendo inammissibile
la proposta, il governo municipale ha dimostrato di non considerare la volontà
e l’orientamento di 445 cittadini, che rappresentano il 10% della popolazione
ed un’amplissima fetta del corpo elettorale». Inoltre, «discutendo e liquidando
la questione in sede esecutiva e ristretta, il primo cittadino ha respinto, sic et simpliciter, le istanze
democratiche contenute nella proposta: in particolare, l’esame dell’importante
questione in sede consiliare, laddove risiedono i depositari della volontà
popolare ed i rappresentanti eletti. Il Comitato ed i sottoscrittori
chiedevano, infatti, l’apertura di un confronto sul modello di gestione dei
servizi pubblici più utile a Falerna ed all’intera cittadinanza: ciò avrebbe
consentito ai singoli consiglieri di esprimersi liberamente, secondo coscienza
e fuori da diktat, in virtù della
delicatezza del tema. L’amministrazione si è, invece, aggrappata al dato
formale e procedurale, che consentiva l’esame e la definitiva conclusione dell’iter in giunta, venendo meno ad un
impegno morale non scritto, al rispetto nei confronti dei falernesi che, in larga
parte, reclamano un coinvolgimento nella vicenda, sia in forma diretta che
attraverso i propri rappresentanti nel civico consesso». Di contro, «tutti i
passaggi, relativi al project financing
per il servizio idrico, sono stati consumati in sede di esecutivo». Nella
recente delibera n. 168 del 14 settembre, con cui si determina
l’inammissibilità della proposta, «la questione del “mancato avallo del
Consiglio comunale” è giustificata con motivazioni insufficienti, ossia col
richiamo al Piano delle opere pubbliche ed al D.U.P., Documento unico
programmatico, approvati in sede consiliare. Tuttavia, entrambi i documenti,
per il loro carattere previsionale e programmatico, non hanno consentito al
consiglio una valutazione di merito sui provvedimenti d’attuazione. Valutazione
che rappresenta una fase imprescindibile e che deve avvenire in un momento
successivo, sulla base di contenuti ed azioni concrete, non sulla base di semplici
dichiarazioni d’intenti».
-
- Il Comitato ribadisce,
quindi, la necessità di aprire un tavolo di discussione, «in considerazione
dell’entità del progetto, che espone la cittadinanza per il prossimo quarto di
secolo. I recenti provvedimenti non servono a placare le perplessità dei
falernesi, anzi le alimentano. Nelle recenti determinazioni, riportate dalla
stampa, la giunta ribadisce che la competenza sulla fatturazione resta in capo
al comune, verificandosi così una gestione parziale del servizio. Gestione
parziale che il comune già applica alla raccolta dei rifiuti e che, in sei
anni, ha regalato rincari vertiginosi delle tariffe, mettendo in ginocchio
famiglie ed imprese: infatti, all’aumento percentuale di differenziata non è corrisposto
alcun beneficio o meccanismo di premialità a vantaggio dei contribuenti. Alla
luce di questo, ci chiediamo: il comune, che dovrebbe mantenere la competenza
sulla fatturazione, è nelle condizioni di rassicurare i cittadini rispetto a
futuri, possibili aumenti delle imposte? I cittadini, peraltro, sono già preoccupati
per la crisi finanziaria dell’ente, evidenziata da relazioni tecniche e dalla
recente delibera n. 173, con cui la giunta ricorre all’anticipazione di cassa
per “mancanza di liquidità”, allo scopo di saldare le fatture emesse da SORICAL
e di evitare la “riduzione idrica” ed i “disservizi all’utenza per mancata
erogazione”. Altre incertezze solleva la delibera n. 167, contenente
dichiarazioni di principio sul valore dell’acqua come “bene pubblico per
eccellenza”, come “bene sociale” ed, al contempo, come “bene economico”, la cui
gestione “deve rispondere a logiche di mercato quali in primis lotta agli sprechi, eliminazione perdite etc.”. Con tale
atto, la giunta conferisce all’ufficio tecnico un indirizzo “consistente nell’individuazione
di nuove fonti di approvvigionamento idrico” e nel promuovere “un’attività di captazione
di acque da introdurre nella rete idrica comunale, affinché sia ridotto al
minimo” il consumo fornito da SORICAL: tuttavia, basta leggere il parere di
regolarità contabile per capire che, in merito, “non è previsto alcun impegno
finanziario del Comune”. Quanto alla fornitura, dal progetto non si riscontra
che gli interventi da attuare saranno tali da renderla indipendente. In merito
alla lotta agli abusi, va precisato che l’oneroso sistema di telelettura,
previsto dal progetto, andrebbe ad intervenire su utenze già censite, in linea
di principio già sottoposte a tassazione. La situazione, quindi, è grave ed
impone un dibattito serio e partecipato, oltre che risposte chiare, da parte
dell’amministrazione, sul futuro della gestione del servizio, che tocca un
diritto fondamentale del cittadino. Per tali ragioni, il Comitato si attiverà
nei prossimi giorni, mobilitando cittadinanza, attori sociali ed associazioni
di categoria, informando autorità, personalità politiche e testate d’inchiesta,
nonché interessando la Procura generale presso la Corte dei Conti, la Procura
della Repubblica, il Prefetto e l’Autorità nazionale anticorruzione, portandoli
a conoscenza degli atti prodotti in seno alla procedura di project financing ed al fine di ravvisare eventuali criticità,
responsabilità o danni erariali. Tutto ciò ad esclusiva tutela del bene e
dell’interesse collettivo».
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