Cosenza, bambino morto prima del parto: il Gip Branda accoglie le richieste dell'avvocato Corriere |
marted́ 21 febbraio 2017 |
I genitori del piccolino nato morto nel 2013 presso
l’Ospedale di Cosenza, grazie al GIP Francesco Luigi Branda del Tribunale di Cosenza, fanno un passo in
avanti per ottenere giustizia sulla terribile vicenda che vuole essere
dimostrata come l’ennesimo caso di malasanità nel presidio ospedaliero
dell’Annunziata.
- La coppia cosentina era rimasta decisamente perplessa
sui motivi della richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero,
che si basava su una consulenza dove molti erano rimasti i punti incerti su cui
fare delle accurate investigazioni.
- Fortunatamente, il GIP ha accolto l’opposizione
all’archiviazione promossa dal legale dei genitori, l’avvocato Margherita Corriere (nella foto), supportata da un’esaustiva consulenza
di parte redatta dal professore Sergio
Funicello, specialista in medicina legale, chirurgia d’urgenza, ostetricia
e ginecologia.
- Branda ha disposto che il PM del Tribunale di Cosenza
faccia nuove indagini, dandogli il termine di 90 giorni per effettuarle, evidenziando in particolare come sia
destituita di fondamento la giustificazione dei sanitari di non aver potuto
controllare la signora M.C. per indisponibilità di cardiotocografi.
- Giustamente, il GIP afferma come non si sia tentata
nessuna auscultazione, né tantomeno i sanitari, per sopperire all’insufficienza
del numero degli apparecchi, si sono curati di alternare l’uso degli strumenti
tra tutte le gestanti.
- Alla luce di simili fatti messi in evidenza e della
non esaustività della consulenza del PM è stata ravvisata l’esigenza di nuove e
più scrupolose indagini, in particolare sulla prevedibilità ed evitabilità
dell’evento, oltre a voler individuare tutti i sanitari che avrebbero dovuto
occuparsi dell’esecuzione del tracciato cardiotocografico e degli altri esami
diagnostici necessari a rilevare nell’immediato la sofferenza fetale, insieme
all’ostetrica incaricata di seguire la partoriente.
- I signori M.C.
e C.P. sono soddisfatti del pronunciamento del GIP Branda, perché è
doveroso verso la loro piccola creatura mai nata, peraltro primogenito, che non
ha avuto la possibilità di avere una vita propria, di verificare la realtà
oggettiva dei fatti e di appurare le eventuali reali responsabilità.
- Il legale della coppia cosentina, Margherita Corriere, ha affermato
subito dopo la decisione: “Aspettavamo
fiduciosi il responso del GIP, che è stato molto puntuale. Ora il tutto passa
al PM per le ulteriori indagini, che prevediamo essere più scrupolose delle
precedenti. Sono soddisfatta di tale provvedimento e continueremo, nel rispetto
dei ruoli e dei compiti assegnati dalla legge, ad attenzionare il caso in un
lavoro di squadra, in sinergia con il medico legale, Sergio Funicello”.
- Grazie a queste nuove indagini si riuscirà sicuramente
a fare chiarezza su tutta la vicenda: un dovere che la giustizia ha nei
confronti di una creatura a cui è stato negato il diritto di avere una sua esistenza
insieme ai propri cari, che lo stavano aspettando con tanto amore, ma
soprattutto per evitare che simili disgrazie possano ripetersi a danno di
un’altra creatura che vuole arrivare alla vita, oltre al dolore che ne consegue
a chi quella gioia non può più dare un nome o una storia umana da costruire.
- Si ricorda che tutto cominciò al termine della gravidanza
di M.C., in un freddo mattino del primo
dicembre del 2013, quando il signor C.P. accompagnò sua moglie presso il
Pronto Soccorso del presidio ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza, poi
spostata al reparto di Ginecologia e
Ostetricia.
- Ma l’epilogo di quel giorno, che doveva essere di
gioia per due giovani genitori, fu invece nefasto, segnandoli per sempre.
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Ultimo aggiornamento ( marted́ 21 febbraio 2017 )
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