Rino Gaetano è stato uno dei cantautori calabresi più importanti nella storia della musica italiana. Il cantautore crotonese fece da spartiacque per un nuovo modo di fare musica in Italia, libero dai tabù e dalle convenzioni sociali, a cui si attenevano i rigidi canoni della musica italiana.
I suoi brani sono stati riscoperti a cavallo tra i due millenni. La riscoperta di un antesignano, di un cantautore col gusto del paradosso. Fu tra i primi ad aver praticato, in tempi non sospetti, la contaminazione tra ironia dissacratoria e canzonetta leggera, quando lavorare mescolando cultura alta e cultura bassa era fuori dagli schemi. Le sue canzoni sono un misto di aggressività, teatralità, malinconia e rabbia più o meno trattenuta.
I suoi brani rivelano anche una denuncia sociale, spesso nascosta dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati. Rimase profondamente legato alle sue origini calabresi ed evitò di schierarsi politicamente. Nonostante ciò, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: egli arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo. 


Trascorre tutta l'infanzia a Crotone, dove era nato il 29 ottobre 1951. La sua famiglia è di modeste condizioni economiche ed è costretta ad emigrare a Roma. Aspirante geometra, tra i banchi di scuola non si trova a suo agio, mentre gli viene più naturale suonare la chitarra e comporre canzoni.
Il successo arriva nel 1975 con "Ma il cielo è sempre più blu", con cui dà la scalata alle classifiche discografiche. L'atteso secondo lp esce nel 1976, s'intitola "Mio fratello è figlio unico" e contiene un altro grande successo, "Berta filava". "Aida" (1977) e "Nuntereggae più" (1978) consolidano la fama di cantautore fuori dagli schemi.
Ma il successo straordinario, quello che lo fa conoscere al grande pubblico, arriva al Festival di Sanremo del 1978, dove si piazza al terzo posto con "Gianna". Rino diventa popolarissimo. Ascesa e declino. "E io ci sto" del 1980 è un album non del tutto riuscito. Il 2 giugno 1981, il cantautore muore (nemmeno a 31 anni) in un incidente stradale. La sua autonomia creativa molto probabilmente avrebbe regalato altre sorprese: forse non abbiamo conosciuto il Rino della maturità.

Giuseppe Pizzuti, docente 

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