Saggio in prosa a cura di F. VETERE

(Parte prima)

 

DANTE, Paradiso XII, v.v. 140: " .....lucemi dallato il calavrese abate Giovacchino di spirito profetico dotato".

Traccia indelebile del suo pensiero ha lasciato Gioacchino da Fiore, sul cui solco si è mossa la cultura del tempo, medievale ma anche moderna, pur nella difficile convivenza con quella ecclesiastica, sopportata con serena e moderata accettazione.

A Lui è da attribuire una lungimirante visione di vita, forgiata da dura esperienza esistenziale, irta di gravi difficoltà ma dotata di uno spirito di innata sensibilità profetica. Concettualmente, Gioacchino non ritiene ancora completo e perfetto, anche se non lo contesta, l' Imperium spirituale della Chiesa romana, lontana dai modelli pauperistici del monachesimo francescano.

Ancora più oscuro rimane il suo giudizio sul primato del Papato, la cui infallibilità " ex cathedra " è da Lui condivisa più per dovuta obbedienza che per sentita convinzione, tant'è mai esprime con sistematicità le sue idee ma le ammanta di arcana essenza, la cui decodifica necessita di una chiave interpretativa che disserri il fitto mistero.

Certamente, un momento di profonda meditazione s'impone sul punto di tale contrasto, non per trovar d'obbligo un nesso tra le chiesastiche istanze e quelle gioachimite, quanto per verificare se le prime, senza le seconde possano costituire o meno assoluti fondamenti nella ricerca della perfezione dottrinaria, creando così un supporto per rendere più incisivo il cammino di Fede.

Non si può aprire lo scenario di un tema tanto vasto, afferente alla figura del futuro Frate, la cui spiritualità è una tra le più alte insieme a Francesco d'Assisi, senza preciso riferimento a quei periodi storici e culturali che hanno aperta la via a nuovi bisogni di un'epoca intellettualmente viva anche se condizionata da idee dottrinarie, sicuramente fondanti ma, a volte, non condivise.

L'assoluta rilevanza del pensiero di frate Gioacchino è plasmata da alacre studio, sulla cui base ha potuto sperimentare e raffermare l'apporto di tutto il patrimonio acquisiti nei pregressi anni.

Quale instilatore di empiti di pregevole valore umano e culturale, Egli ha saputo amalgamare le esigenze dello spirito in un alveo di ampie dimensioni, in cui confluiscono dettami, postulati e forme di diversificati percorsi di pensiero, insiti in una sua originale visione della vita: " videmus in partubus mundi inesse sensum et rationem ", parafrasando una celebre locuzione ciceroniana.

Di certo il futuro Abate non identifica la cultura nel risultato ma la completa con il valore che acquista la conoscenza di tutto ciò che riesce a raccogliere nei lunghi e intensi periodi di formazione spirituale.
Rimane fermo in Lui un concetto essenziale che si compendia viepiù nell'intellettualità quale momento evolutivo della ricerca della verità attraverso un misticismo filosofico, proteso verso l'acquisizione di un sapere formatosi dalla cognizione dei divini misteri nella loro alta valenza.

Proprio per questo, il messaggio tramandatoci da Gioacchino è ancora vivido nell'attuale società, la cui vitale essenza, a volte , è piuttosto velata d'oblio verso quella conoscenza, che l'Abate per antonomasia ha tramandato con fulgida sapienza, ricca di ineludibili principi, innervati di giustizia e intrisi di solidale convivenza.

L'originalità del pensiero da Lui trasmessoci è inopinabile sia per l'acume nella trattazione di teologiche tematiche sia perché lascia indelebili tracce in tutto il pensiero filosofico medievale, riversandosi come un fiume in piena nella società del tempo di cui Egli ne ha contrassegnato l'Eta'.

Tale Età, detta anche gioachimita, ha connotato un'evoluzione nel pensiero del Medio Evo che, attraverso Lui, ha generato un' originale concezione della Storia su base trinitaria ed una straordinaria visione apocalittica degli avvenimenti.

 

Francesco Vetere
Author: Francesco Vetere
Biografia:
Docente emerito dei Licei, è uno studioso di grande valenza, acuto scrittore, poeta, saggista e critico letterario. I suoi commenti in prosa e versi sono stati apprezzati in molte manifestazioni culturali, vergati e declamati con grande afflato, carico e denso di grande significato e di “sentimento”. È autore delle seguenti sillogi poetiche: "Lo sguardo e la memoria", "Saggio poetico di storia umana", "Eroi in poesia", "Lirici Greci e Latini"; Saggi in prosa: "Apocalisse e Cristo", "Hermetica", "Egittologia", "Theologica", "Religioni orientali", "Monachesimo illuminato", "Boheme e Scapigliatura", "Saggio letterario sul primo 900", "Autori stranieri dell’800", "Gli Evi della Letteratura italiana"; "Silloge di pensieri sparsi". Le opere citate sono state da me commentate secondo il percorso tracciato dall’autore. (Antonio Aiello)