L'Epifania viene celebrata il 6 gennaio. Ricorda i Magi, che vennero da Oriente per salutare Gesù e portargli in dono oro, incenso e mirra. Un incontro che tutti i fedeli ricordano e festeggiano come solennità.
Il senso profondo di questa solennità sta proprio nell'incontro tra il Bambinello e questi uomini: è la manifestazione (questo il significato di "epifania" in greco) del Signore al Mondo, che a sua volta viene a rendergli omaggio (ciò che fanno i Magi, appunto).
Dei Magi abbiamo poche notizie, perché lo stesso "Vangelo" di Matteo (l'unico a parlarne) parla di loro in modo sintetico. 


L'evangelista dice che erano esperti di stelle, arrivavano dall'Oriente e a Gesù portarono i loro doni. Matteo non dice né quanti fossero, né i loro nomi.
Sappiamo che arrivarono a Gerusalemme guidati da una stella ("Dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo"), che Erode, re dei Giudei, tentò di usarli per trovare il Bambino ("Allora Erode li inviò a Betlemme, dicendo: Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo"), che i Magi trovarono il Bambino ("Si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra") e che, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, fecero ritorno al loro Paese per un'altra strada...
Da questo momento i Magi spariscono dal "Vangelo". E' stata la tradizione cristiana a dirci, poi, che erano re, erano tre (forse in base al numero dei doni) e si chiamavano Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. E le loro etnie diverse (uno bianco, uno arabo e uno nero) indicherebbero che la missione salvifica di Gesù è rivolta a tutti i continenti del mondo allora conosciuti.
Oggi l'Epifania, assieme al Natale, alla Pasqua, all'Ascensione e alla Pentecoste, è una delle solennità più importanti dell'anno liturgico ed è quindi istituita come festa di precetto.
Giuseppe Pizzuti, docente 

Redazione
Author: Redazione
Biografia:
La Voce del Savuto – 27 anni di informazione libera al servizio delle comunità Fondata nel giugno del 1998 dal giornalista Fiore Sansalone, che ne è anche il direttore responsabile, La Voce del Savuto rappresenta oggi una delle realtà editoriali più longeve e radicate del territorio calabrese. Nata con l’obiettivo di raccontare la vita, le tradizioni, la cultura e le problematiche delle comunità del Savuto, la testata ha saputo conquistarsi nel tempo la fiducia dei lettori grazie a un’informazione chiara, indipendente e profondamente ancorata ai valori dell’etica giornalistica. Da oltre 27 anni, La Voce del Savuto è un punto di riferimento per chi cerca notizie autentiche, inchieste puntuali e approfondimenti che diano voce a un territorio spesso trascurato dai grandi media. Il giornale ha seguito da vicino gli eventi locali più significativi, dando spazio a protagonisti del mondo culturale, politico, sociale ed ecclesiale, contribuendo alla costruzione di una memoria collettiva condivisa. Grazie alla guida appassionata di Fiore Sansalone, professionista attento e sensibile alle dinamiche umane e sociali del comprensorio, la testata ha attraversato oltre due decenni di trasformazioni mantenendo sempre salda la sua missione: essere al servizio del cittadino, raccontare la verità dei fatti, e promuovere un’informazione libera da condizionamenti. Con uno sguardo rivolto al futuro ma con solide radici nel territorio, La Voce del Savuto continua a rappresentare un esempio di giornalismo fatto con cuore, competenza e spirito di servizio.