“Al centro ci saranno le persone, i loro problemi e i loro sogni”

 

di  Monica Vendrame

Per la prima volta nella storia della Puglia, sarà una donna a guidare un’università pubblica. E non è una donna qualsiasi, ma una figura già ben radicata nella comunità accademica salentina: la professoressa Maria Antonietta Aiello (originaria di Marzi, Cosenza), oggi prorettrice vicaria e docente ordinaria di Tecnica delle costruzioni, è stata scelta come nuova guida dell’Università del Salento. Dal prossimo 1° novembre prenderà il posto del professor Fabio Pollice, con un mandato che durerà fino al 2031.

La corsa alla carica di rettrice ha visto ritirarsi gli altri due candidati in campo – Luigi Melica e Salvatore Rizzello – spianando così la strada a una nomina ampiamente condivisa. Il voto si è svolto presso il campus Ecotekne, in un clima di consapevolezza e fiducia. Lo spoglio, trasmesso in diretta sul sito dell’ateneo, ha certificato ciò che era già nell’aria: la professoressa Aiello ha saputo conquistare il sostegno convinto di colleghi, personale e studenti.

«Ringrazio tutta la comunità accademica per la fiducia accordata. È un onore e una grande responsabilità – ha dichiarato la neorettrice – in un momento così simbolico, il settantesimo anniversario della fondazione di UniSalento. Il mio impegno sarà quello di costruire un’università sempre più inclusiva, che ascolti davvero le persone, i loro problemi, i loro sogni. Questa deve continuare a essere una casa della conoscenza aperta e accogliente per tutte e tutti».

Parole che riflettono non solo il senso del cambiamento, ma anche un nuovo sguardo sull’istituzione universitaria: meno distante, più umana.

L’elezione della professoressa Aiello è molto più che un passaggio di testimone: è un evento che segna un prima e un dopo per l’ateneo salentino e per l’intero panorama accademico pugliese. A sottolinearlo è stato il presidente della Regione Michele Emiliano, che ha parlato di «una svolta storica per la Puglia» e di «un riconoscimento importante al merito e al talento femminile, elementi fondamentali per una società più giusta e inclusiva».

Una soddisfazione condivisa anche dalla presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, che ha letto in questa elezione un segnale concreto di cambiamento: «Non è un caso, ma il frutto di un lungo percorso fatto di battaglie e conquiste. Finalmente, anche nell’università, si fanno spazio punti di vista nuovi, più liberi e meno legati alle vecchie logiche di potere. Non vedremo più solo uomini nelle prime file delle cerimonie accademiche: la democrazia diventa più vera quando è anche visibile».

Negli ultimi anni, UniSalento ha fatto passi importanti: ha ampliato l’offerta formativa, stretto collaborazioni internazionali, attratto studenti stranieri e avviato progetti innovativi con il mondo delle imprese. Un ateneo che non solo forma, ma costruisce ponti tra sapere e lavoro, tra ricerca e società. A ricordarlo è stata anche la sindaca di Lecce, Adriana Poli, definendo l’università “una risorsa strategica per il futuro del territorio”.

Da più fronti politici e sindacali sono arrivate parole di apprezzamento per la nomina della professoressa Aiello. Il deputato Claudio Stefanazzi (Pd) l’ha definita “una figura competente e profondamente legata all’ateneo”, mentre Filomena D’Antini, consigliera nazionale di Parità, ha sottolineato il «valore simbolico e concreto di questa elezione per tutto il sistema universitario italiano». 

 

foto: Università del Salento

 

Anche la Cgil di Lecce ha accolto con favore la nuova guida, auspicando un percorso di apertura e dialogo con il territorio e le organizzazioni sindacali. «L’università deve essere un motore di progresso collettivo – hanno affermato Tommaso Moscara e Giuseppe Taccarelli – e il dissenso, quando c’è, va ascoltato, non messo a tacere. Ci auguriamo una stagione di partecipazione autentica».

In questo clima di attesa e fiducia, non è mancato il messaggio della coordinatrice cittadina di Forza Italia, Alessia Ferreri: «Questa elezione ci ricorda che il vero sviluppo passa attraverso le pari opportunità. Le donne devono poter accedere senza ostacoli ai ruoli di responsabilità, contribuendo pienamente alla crescita delle comunità».

Il volto della professoressa Aiello, con la sua determinazione misurata e il tono pacato, incarna oggi una speranza concreta per tanti e tante. Non solo per chi lavora e studia all’interno di UniSalento, ma anche per chi, fuori dai confini dell’ateneo, guarda con fiducia a un cambiamento possibile. Che passa, stavolta, anche attraverso una firma femminile in calce alle decisioni più importanti.

Nel segno della competenza, dell’ascolto e del rispetto, si apre così una nuova pagina per l’Università del Salento. Una pagina che speriamo sia ricca di conquiste, di dialogo e di crescita condivisa.

 

Dalla nostra redazione, un sincero augurio di buon lavoro alla professoressa Aiello: che il suo cammino sia illuminato da coraggio, visione e umanità.

 

 

  

 

Il prossimo 3 agosto, gli appassionati di mountain bike e natura avranno un appuntamento imperdibile con la decima edizione di “Savutu a’ Penninu”, l’escursione organizzata da ASD Savuto Sporting con il patrocinio del Comune di Marzi e dell’AICS (Associazione Italiana Cultura Sport).

 

 di Omar Falvo

Esiste un ponte, ovviamente immaginario, tra la Città di Scigliano, nella valle del Savuto e Barcellona, capitale della Catalogna, in Spagna. Un collegamento pregno di fede tra queste due realtà distanti chilometri e chilometri: la Madonna di Monserrato, questo l’anello di congiunzione.

 

di Fiore Sansalone

Ci sono assenze che fanno rumore. Silenzi che parlano forte. Un anno fa, un tragico incidente stradale si è portato via Luca Barone, un ragazzo di appena 32 anni, originario di Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza. Un colpo al cuore per un’intera comunità, che da allora non ha mai smesso di ricordarlo. Non con le parole, ma con i gesti. Con la vita.

 

di  Massimo Reina

Altro che bilancia della giustizia: ormai l’unico simbolo adatto alla nostra giurisprudenza è il setaccio bucato della nonna, quello che non trattiene niente, nemmeno l’evidenza. Andrea Cavallari, uno dei condannati per la strage di Corinaldo – sei morti, tra cui cinque ragazzini – esce dal carcere di Bologna “per discutere la tesi”, ma dimentica la parte finale: “e non rientrare più”.

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