di  Fiore Sansalone

La vita di un sacerdote è un viaggio fatto di ascolto, dedizione e risposta a una chiamata che nasce nel cuore.
Don Mario William Rota, giovane parroco di 29 anni, originario di Rogliano (CS), racconta con semplicità e commozione il suo percorso vocazionale: un’avventura che affonda le radici nell’infanzia, cresciuta tra le mura della parrocchia, e sbocciata nell’ordinazione sacerdotale il 20 aprile 2024.
Dalle prime emozioni di chierichetto alla formazione nel Seminario "Redemptoris Custos", fino alla consapevolezza di essere "pane spezzato" per gli altri, la sua testimonianza è un inno alla gratitudine e all’abbandono, alla volontà di Dio.
Ecco le sue parole, intrise di fede e di quell’amore che trasforma un sogno in missione.

 

 

Mi chiamo Mario Rota, ho 29 anni, sono di Rogliano, un paese vicino la provincia di Cosenza, figlio di Eligio e Adriana.
Fin da piccolo, mi sono sentito attratto dall’ambiente ecclesiale, lasciandomi ammaliare sempre più dal servizio che il Sacerdote svolge nella sua quotidianità, comprendendo che è un servizio-ministero che va svolto con amore e dedizione. Ricordo che, fin da piccolo, Dio si è manifestato a me attraverso la semplicità, attraverso chi quotidianamente mi portava per mano a messa, mi insegnava a servire all’altare.
Nel corso degli anni, ho iniziato a frequentare più assiduamente la parrocchia e svolgere qualche servizio che mi veniva affidato. Ero felice, e più passava il tempo più cresceva il mio rapporto con Dio. Nel 2015 feci il mio ingresso all’interno del Seminario diocesano Cosentino “Redemptoris Custos”, dove mi sono formato per molti anni in preparazione al sacerdozio. In quella casa ho fatto tante nuove esperienze, ma più passava il tempo, più mi sentivo chiamato da Dio a questa vita. Nel seminario ho “purificato” la mia fede, le mie idee, e ho fatto i conti con i miei tanti limiti, scoprendo, con l’aiuto della preghiera e del vigile sguardo dei miei formatori, che il Signore mi chiamava - e mi chiama tuttora - a diventare santo con loro.
Nel 2024, il 20 aprile, è arrivato il giorno tanto atteso, ovvero l’ordinazione sacerdotale. Sono stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Cosenza, dalle mani dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Checchinato. Devo ancora ‘realizzare’ bene di essere stato ordinato sacerdote. Provo gratitudine per un percorso che si è chiuso, ma, nello stesso tempo, prendo consapevolezza che questo è un nuovo inizio.
Come mi diceva il vescovo, ora devo imparare a diventare pane spezzato per gli altri, giorno per giorno, e questo è il dono che Dio mi ha fatto per la mia vita.
Sono tanti coloro ai quali dico un grande ‘grazie’: sono persone che mi hanno sostenuto in questi anni, a partire dalla mia famiglia, fino ad arrivare al vescovo e ai sacerdoti.

 



"Un figlio, un sacerdote, una benedizione"

Don Mariolino: che strano, ma anche che bello chiamare così nostro figlio! È tipico, quando si raggiunge un traguardo, tornare col pensiero alle tappe che hanno condotto fin qui.
Ed ecco, davanti ai nostri occhi, un piccolo Mario, tutto compìto nel suo abito da chierichetto, servire con attenzione all’altare. Poi l’ingresso in Seminario, le prime esperienze nelle parrocchie...
Con discrezione e senza invadenza, lo abbiamo seguito nei suoi spostamenti, conoscendo i luoghi e le persone che lo accoglievano con affetto.
Con trepidazione, lo abbiamo visto diventare lettore, poi accolito, diacono e infine sacerdote. Il giorno della sua ordinazione lo abbiamo accompagnato con tutto l’amore, con generosità, ma soprattutto con la preghiera alla Madonna, perché lo protegga e gli sia sempre vicina.
Quel giorno è stato colmo di emozione: vedere nostro figlio realizzare la vocazione che ha coltivato fin da bambino. È stato un cammino in cui abbiamo assistito alla sua crescita: da ragazzino a uomo di Dio. Ringraziamo il Signore per averci fatto un dono così grande. Sappiamo che, d’ora in poi, condivideremo nostro figlio con tutte le persone che incontrerà nel suo ministero. Per questo lo affidiamo all’Immacolata, chiedendoLe che Mario sappia rispondere con gioia e dedizione alle chiamate, piccole e grandi, di ogni giorno.
Preghiamo perché, come Maria, anche lui sappia prendere per mano tante persone e condurle a Gesù. Chiediamo al Signore di sostenerlo nel percorso che gli ha tracciato, perché la sua vita sia sempre un dono: portare a chi incontrerà quel Dio che si è messo nelle sue mani per raggiungere tanti cuori.
Invochiamo lo Spirito Santo perché gli doni il vigore di testimoniare, con le parole e con le opere, quanto sia bello essere messaggero del Vangelo. Che abbia la forza di compiere, ogni giorno, i passi che gli saranno chiesti, certo di non essere mai solo in questa missione bellissima, ma anche esigente.

Adriana ed Eligio

 

 

SANTO STEFANO DI ROGLIANO – Un passo avanti significativo per la viabilità del territorio del Savuto. La presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, insieme ai sindaci della zona e alla prima cittadina di Santo Stefano di Rogliano, Lucia Nicoletti, ha inaugurato un importante tratto della Strada Provinciale 245/B, un intervento che mira a migliorare la circolazione e la sicurezza nella zona di Vallegiannò.

 

di Omar Falvo 

Giocomo Sollecchia è stato eletto, nella giornata odierna,  presidente della Pro Loco di Scigliano. Gabriele Damiano, Bartoletti Vincenzo, Florinda Sacco, Francesco Zema, Fernando Crispino, Anna Maria Esposito e Martina Aragona, i componenti, invece,  del neo direttivo dell'associazione.

 

di Antonietta Malito

Oggi Cleto ha dato una lezione di civiltà e senso di comunità che merita di essere raccontata e, soprattutto, presa ad esempio. Sotto il sole cocente di questa domenica che volge al termine, e in piena stagione estiva, quando molti scelgono di godersi una giornata al mare, Cleto ha scelto la strada della responsabilità e dell’impegno civile, dedicando l’intera giornata alla cura del proprio territorio.

Promossa dall’amministrazione comunale con il Sindaco in prima linea, e supportata da un gruppo di volontari instancabili, la giornata ecologica ha trasformato le vie del paese in un cantiere di solidarietà e collaborazione.

Giovani e meno giovani, cittadini armati di buona volontà e amore per il proprio paese, hanno unito le forze per ripulire strade e spazi pubblici da erbacce e rifiuti, restituendo decoro e bellezza ai luoghi di tutti. È stato un gesto concreto di cittadinanza attiva, un'azione che va ben oltre la semplice pulizia.

 In un momento di difficoltà, in cui le risorse per la manutenzione ordinaria spesso scarseggiano, Cleto ha dimostrato che la forza di una comunità sta nella sua capacità di unirsi per il bene comune.

L’amministrazione e i cittadini non solo hanno collaborato fianco a fianco, ma hanno dimostrato quanto possa essere efficace e significativa la partecipazione collettiva. Toccante anche la partecipazione di chi, pur non potendo prendere parte direttamente ai lavori, ha voluto essere presente offrendo acqua e sollievo ai volontari, dimostrando che ogni piccolo gesto ha valore quando nasce da un sentimento autentico di appartenenza. 

 

 

E come ogni giornata speciale che si rispetti, non poteva mancare un momento conviviale: grazie ad Andrea Formica e al Bar “Kleta Café”, i partecipanti sono stati accolti con un ottimo pasto, simbolo della gratitudine e dell’accoglienza che caratterizzano l’anima cletese.

Cleto, pur nella sua dimensione di piccolo borgo, ha dato una grande prova di maturità civica e amore per il territorio. Un esempio luminoso di come, quando l’istituzione dialoga con i cittadini e li coinvolge in modo attivo, sia possibile superare ostacoli, rigenerare luoghi e rafforzare legami sociali.

Quella di oggi non è stata solo una giornata di pulizia, ma un messaggio forte e chiaro rivolto a tutte le comunità. Perché prendersi cura del proprio paese significa prendersi cura della propria identità, della propria storia e del futuro delle nuove generazioni.

In un Sud che spesso si lamenta del degrado, Cleto ha dimostrato che l’alternativa è possibile: si chiama partecipazione, amore per il bene comune, comunità. Se, oggi più che mai, questo paese è vivo, bello e accogliente, lo deve anche ai suoi cittadini, al loro cuore grande e al coraggio di fare la differenza. 

 

 

 

 

di  Fiore Sansalone

Dopo il Comune di Rogliano, anche quello di Cellara espone da qualche giorno la bandiera della Palestina. Una scelta chiara e coraggiosa, assunta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Conte, che ha deciso di dare voce a chi non ha più voce: i bambini di Gaza, vittime innocenti di un conflitto che continua a seminare morte, paura e distruzione.

 

di  Fiore Sansalone

CICALA (CZ) – Piccoli paesi, grandi visioni. Nel cuore della Calabria montana, il Comune di Cicala compie un passo importante per la tutela del suo territorio e la sicurezza dei cittadini: è arrivato un trattore multifunzione di ultima generazione, in grado di affrontare sia le emergenze estive (incendi boschivi) che quelle invernali (neve e ghiaccio).

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