di Fiore Sansalone
Marzi, 13 giugno 2025 – È stato un giorno che difficilmente si potrà dimenticare, quello che ha visto il piccolo borgo di Marzi trasformarsi in un grande abbraccio collettivo per accogliere la Giornata Mondiale del Rifugiato. Un’intera comunità si è messa in moto, con cuore e mani, per dare voce ai valori dell’integrazione, della pace e dell’accoglienza.
La giornata si è aperta alle ore 10:00 in via Nazionale, dove laboratori creativi hanno animato la strada: “Coloriamo la comunità” è stato più di un semplice esercizio di pittura. I partecipanti, grandi e piccoli, hanno decorato la ringhiera pubblica con i colori della bandiera della pace, trasformando un anonimo angolo urbano in un messaggio visivo di speranza.
Contemporaneamente, il laboratorio “Piantiamo un fiore per l’integrazione” ha visto nascere piccoli giardini condivisi, simboli di bellezza e rinascita. Un ulivo, piantato in memoria dei bambini di Gaza, ha toccato profondamente i presenti, richiamando all’attenzione le tragedie che, lontane solo in apparenza, bussano anche alle nostre coscienze.
Alle 17:00, nella cornice verde della Villa Comunale, si sono susseguiti i saluti istituzionali e un “Tributo alla pace”, reso ancor più vibrante dalla musica live di Sasà Calabrese, che con il suo concerto “Solo d’autore” ha unito generazioni e linguaggi. A rendere ancora più intensa l’atmosfera è stato il profumo speziato del tè arabo, servito tra i canti e le chiacchiere, in un clima di autentica convivialità.
Nel tardo pomeriggio, il Casale della Cinematografia ha accolto l’esito finale del laboratorio teatrale condotto da Teresa Bruno: una performance intensa e partecipata, dove le storie di chi è stato costretto a lasciare la propria terra hanno preso voce e corpo.
La serata si è chiusa nel cuore del centro storico con “Sai cosa mangiamo?”, una cena dei popoli che ha trasformato piazza ex Municipio in un banchetto multiculturale. Piatti tipici da tutto il mondo sono stati condivisi tra i commensali, mentre le note del piano bar curato da Tonio Costanzo e dal Maestro Eugenio Taverna accompagnavano sorrisi e brindisi.
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Marzi ha dimostrato che l'accoglienza non è solo una parola, ma un gesto quotidiano, concreto, vivo. In un tempo segnato da conflitti e paure, questo 13 giugno ci ha insegnato che la pace si costruisce partendo da vicino: da un fiore piantato insieme, da una storia ascoltata, da un piatto condiviso.
Una giornata che resterà impressa nella memoria collettiva non come semplice celebrazione, ma come seme di futuro.