di Antonietta Malito
C’è una Calabria che si racconta da sé, tra pietre antiche e sguardi giovani, tra castelli che tornano a vivere e comunità che decidono di credere ancora nella bellezza.
C’è una Calabria che non aspetta, ma costruisce, e in questa Calabria in cammino, il piccolo borgo di Cleto, nel cuore del Tirreno cosentino, è diventato protagonista di una storia di rinascita che oggi riceve un riconoscimento importante: il sindaco, Armando Bossio, e il suo vice, Eugenio Vairo, sono stati nominati Ambasciatori di Calabria durante la quarta edizione del “Vergari Day”, che si è svolta nella riserva naturale di Mesoraca. Un’onorificenza che va ben oltre il titolo, perché è il simbolo concreto di una visione che in appena tre anni ha trasformato una comunità quasi invisibile in una delle mete emergenti più apprezzate della regione. Un caso virtuoso di rigenerazione territoriale che parte da dentro, dalla gente, dai giovani amministratori, e che arriva al cuore di chi visita, ascolta, racconta. Fino a qualche anno fa, questo magnifico paese era uno dei tanti borghi calabresi sospesi tra la nostalgia e il silenzio.
Oggi è conosciuto come “Il comune dei due castelli”, grazie all’apertura al pubblico dei manieri di Cleto e Savuto, tornati a essere luoghi vivi, visitabili, e al centro di eventi culturali, rassegne e cammini tematici. Dai margini dell’attenzione al centro della mappa, Cleto ha attirato in pochi anni migliaia di visitatori, portando con sé economia, identità e orgoglio. Il merito? Una visione amministrativa giovane, determinata, capace di trasformare poche risorse in energia collettiva. Bossio e Vairo hanno saputo unire istituzioni e cittadini in un progetto comune che oggi porta il paese a brillare tra i borghi più promettenti d’Italia.
La nomina ad Ambasciatori di Calabria arriva in un contesto significativo, assieme a figure di spicco come la cantante Sarafine (vincitrice di X Factor), il regista Giacomo Triglia, e altri protagonisti del cambiamento culturale calabrese. Tutti giovani, tutti impegnati nel raccontare, con linguaggi diversi, una regione che vuole smettere di essere raccontata da altri.
“È un riconoscimento che ci rende orgogliosi – hanno dichiarato i due amministratori – e che condividiamo con tutta l’amministrazione, ma soprattutto con i tanti cittadini che non hanno mai tentennato a scendere in piazza per costruire insieme il futuro di Cleto”. Il caso Cleto dimostra che il cambiamento è possibile. Non servono miracoli, ma visione, passione e capacità di fare rete. Non solo tra istituzioni, ma tra persone. Ed è proprio questo il valore della nomina: premiare non solo il risultato, ma il metodo. Un’amministrazione che ascolta, coinvolge, valorizza. Un borgo che si fa simbolo di riscatto. Una Calabria che, finalmente, guarda avanti.
Tra le pieghe della pietra e i panorami mozzafiato dei due castelli, Cleto ha ritrovato anima e voce, e il futuro, per una volta, ha il profumo della speranza.