di Antonietta Malito
GRIMALDI – Un’alba carica di emozione e identità ha aperto la giornata conclusiva dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova a Grimaldi, piccolo gioiello incastonato nella provincia cosentina.
Il rullo dei tamburi dei “tummarinari” ha spezzato il silenzio mattutino, percorrendo ogni via del paese con il suo suono antico, vibrante, carico di una sacralità che solo la devozione popolare sa mantenere viva nel tempo. Una tradizione che si rinnova ogni anno con lo stesso vigore: il primo giugno i tamburi avevano annunciato l’inizio dei festeggiamenti, ed è stato ancora il loro suono a scandire l’ultimo giorno, a suggellare un legame indissolubile tra passato e presente.
Nel chiostro dell’ex Convento, adiacente alla chiesa dedicata al santo, si è consumato uno dei momenti più attesi e sentiti: la distribuzione del pane e dei panini ripieni di ricotta, guanciale e pancetta. Un gesto semplice ma denso di significato, che unisce spiritualità e condivisione, richiamando l’insegnamento francescano dell’accoglienza e della carità.
I volti della gente, sorridenti e partecipi, hanno raccontato più di mille parole, il valore di una tradizione che non si dimentica, che si tramanda, che appartiene. Grande partecipazione anche per la benedizione degli animali, officiata dal parroco don Tiberio Nucera. Cavalli, cani, conigli, e altri compagni a quattro zampe si sono radunati in piazza, testimoni della profonda connessione che esiste tra l’uomo, il creato e la fede. Don Tiberio ha benedetto ognuno di loro, in un momento di rara dolcezza.
Ma il cuore pulsante della mattinata è stato anche il riflettore acceso sulla cultura popolare del luogo, grazie alla registrazione del programma televisivo
"Parliamoci chiaro", che andrà in onda su Video Calabria, condotto dal brillante Mirko Iaquinta. Un’occasione preziosa per raccontare Grimaldi al di là dei confini regionali, per fare conoscere con orgoglio il dialetto grimaldese, le storie degli anziani, la devozione. Ai microfoni si sono alternati il sindaco Paolo Stilla, don Tiberio e numerosi cittadini, in un coro di testimonianze autentiche che rendono onore a una comunità viva, consapevole della propria identità e del proprio patrimonio immateriale.
Questa sera, la festa raggiungerà il suo apice con la solenne processione della statua di Sant’Antonio, tra canti, preghiere e una partecipazione popolare che si preannuncia intensa e commossa. A chiudere la giornata, il concerto del Sabatum Quartet, che con le sue melodie suggellerà un evento che non è solo rito religioso, ma espressione profonda dell’anima collettiva di un paese intero. A Grimaldi non si festeggia soltanto un santo. Si celebra il senso dell’appartenenza, la forza delle radici, il coraggio di custodire ciò che conta davvero. E ogni tamburo che batte, ogni pane che si spezza, ogni benedizione pronunciata, ci ricorda che le tradizioni non sono solo il passato: sono la speranza che continua a camminare, passo dopo passo, nel cuore del presente.