di Giuseppe Pizzuti*

La Candelora, il 2 febbraio, è una festa molto importante del calendario liturgico. Ma non essendo di precetto non è popolare come altre e molti fedeli ne conoscono più il nome, associato a proverbi di carattere meteorologico, più che i contenuti. Eppure la festa ricorda la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio e la Purificazione di Maria.
La legge giudaica, codificata da Mosè, obbligava tutte le donne dopo il parto ad astenersi per 40 giorni dal toccare cose sacre. Inoltre esse dovevano purificarsi al Tempio con l'offerta di un sacrificio. Non è tutto. Era infine obbligatorio "riscattare" con un piccolo dono (ad esempio due tortore) il primogenito maschio concesso dal Signore. Al Tempio, il Bambino e i genitori trovano il vecchio Simeone, uomo giusto e poi, il quale aspettava da tempo immemorabile quell'incontro per morire in pace, ma prima profetizza alla Madonna che una spada le trafiggerà il cuore (è l'immagine dell'Addolorata). 


Ma questo giorno di festa ci è naturalmente più noto con il suo nome corrente. È il giorno della Candelora che, collocato a metà inverno è considerato fondamentale per sapere che tempo farà nella seconda parte della stagione fredda, secondo diversi proverbi (non sempre d'accordo tra loro), a partire da "Per la santa Candelora/o che nevichi o che plora/dell'inverno siamo fuora;/ se l'e' sole o solicello/siamo ancora a mezzo inverno".
La Candelora, però, è una festa importante fin dall'antichità, celebrata prima nel Cristianesimo d'Oriente e poi anche in Occidente, che in origine si è sovrapposta ad altre tradizioni dell'antica Roma e del mondo celtico.
È una festa con due parole chiave: luce e purezza. Il nome Candelora infatti, allude alle candele "protagoniste" della messa. 


La candela è un oggetto di valore mistico e religioso: la fiamma è segno di eterna speranza, la luce lo è di vita, bellezza e sviluppo. La candela spenta è emblema della parola di Dio concepita nella purezza. Troviamo le candele sull'altare, nelle processioni e poi il grande cero pasquale e le candele (oggi anche elettriche) nelle cappelle, da accendere come una sorta di prolungamento della preghiera.

* Docente 

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