di Marco Piccolo*  

Condivido le recenti parole di Paolo Crepet, che dopo l’omicidio della ragazzina di Afragola ha puntato il dito non sui ragazzi, ma sugli adulti. Ha parlato di un baratro culturale fatto di egoismo, passività, assenza educativa. Di genitori che aprono la porta a mezzanotte, regalano 100 euro e dicono “divertiti”. 

Ecco, io credo che abbia ragione, ma credo anche che il problema sia ancora più profondo. 

Ogni volta che accade una tragedia relazionale, la risposta è sempre la stessa: 

“Servono più psicologi nelle scuole”; 

“Servono laboratori di educazione sentimentale”; 

“Serve parlare di sesso, amore, consenso.” 

Ma io non sono d’accordo, perché educare all’umanità non è una materia scolastica, e non basta “parlare” d’amore se l’amore non lo si è vissuto in casa. 

Decenni di Educazione Civica, e la partecipazione politica è crollata. 

Decenni di Educazione Fisica, e i ragazzi sono sempre più sedentari, obesi, alcolizzati. 

Decenni di insegnamento della Religione, e viviamo nel paese più disperato e nichilista d’Europa – e non a caso, quello con la natalità più bassa. 

Non è una questione di ore in più: è una questione di assenza di adulti veri. 

Non sono gli interventi formali nelle aule ciò di cui i nostri figli hanno più bisogno, ma di padri e madri presenti, autenticamente adulti. Adulti capaci di amare davvero e quindi di dare limiti, di essere un esempio etico e morale. Adulti che abbiano il coraggio di dire “no” al proprio narcisismo, al proprio “adolescentismo”, per educare figli con radici solide, e non solo con diritti campati in aria. 

Purtroppo, viviamo in un mondo ed un tempo che ci confonde. Ci distrae con parole come “femminicidio”, “patriarcato”, “diritti”, ma ci lascia soli in una cultura che ha perso il senso del limite, del sacrificio, della cura. 

Come scrive Recalcati: “Educare è insegnare il limite. Senza limite non c’è soggetto, solo capriccio.” E senza adulti capaci di incarnarlo, il limite non esiste più. E quindi non esiste neppure l’amore. 

Non ci salveranno i progetti scolastici. 

Ci salverà solo una nuova resistenza morale ed educativa. 

Una rivoluzione adulta. 

*Psicologo, Cosenza  

 

Redazione
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