GRIMALDI - Tutti coloro i quali vedono la macchia sul muro non hanno dubbi e vi associano il volto di un uomo. Ad essere pignoli ci è stato segnalato di due persone, sulle tante che si sono recate sul posto, che senza quasi guardarci hanno inveito contro “queste stupidaggini”; una di queste avrebbe anche detto “non hanno niente da fare che inventarsi diavolerie”. Tutte le opinioni vanno rispettate, meno le intolleranze e le derisioni.
Per dovere di cronaca da quando l’episodio è stato portato all’attenzione, non ci siamo tirati indietro e come S. Tommaso siamo andati a verificare di persona. Così ci siamo fatti un’idea come hanno fatto in tantissimi, provenendo anche da fuori paese. C’è chi afferma di aver notato quella macchia anni fa, e chi come la signora che abita nei pressi e che sabato ventinove agosto ha richiamato l’attenzione di quanti stavano visitando la mostra fotografica, non ha dubbi e dichiara che prima non c’era. A supporto della sua tesi un’altra vicina che per recarsi nella propria abitazione passa ogni giorno da lì.
A distanza di quasi due settimane dalla segnalazione, ci sono ancora persone che fanno capolino nella traversa di corso Umberto, e si soffermano alzando lo sguardo sulla parete della casa dove campeggia il cartello vendesi. E’ singolare, però, come ognuno dia la propria interpretazione sulla somiglianza che il viso abbia con personaggi di un tempo. Sono stati fatti i nomi tra gli altri di Dante Alighieri, Michelangelo, Alessandro Manzoni; e non poteva mancare l’associazione al volto di Cristo. Nel merito il parroco don Tiberio, che ha avuto modo di vedere il “volto” sul muro, ha dichiarato che effettivamente c’è una certa somiglianza con un viso, ma ha consigliato di fare attenzione nell’accostare ciò che si vede alla figura di Gesù.
L’ipotesi più accreditata, è che quanto si vede, possa essere stato determinato dall’umidità, e per una simpatica coincidenza le macchie formatosi danno l’impressione che la forma assuma quella di un volto.
Piero Carbone, giornalista pubblicista 

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