di Omar Falvo
C’era una volta, nel cuore della valle del Savuto, un binario dai molteplici ricordi. Un tempo, in quasi tutti i comuni della valle, attraccava, con l’imponenza di un veliero romano alla volta di Cartagine, la locomotiva: grande guest star, con variopinte carrozze. Uno scrigno di ricordi, un “mondo a parte” composto dalla sana amicizia, dai giochi, da passioni e divertimento.
Non siamo in un racconto dei fratelli Grimm, nei testi di Jack London, tantomeno in un capitolo dell’Impero romano, bensì nel polmone verde del Savuto. I pendolari dall’entroterra di questo luogo magico giungevano alla volta dei Cosenza, catapultati nella locomotiva del tempo, assaporando le bellezze naturalistiche di un territorio pregno di tradizione.
La convivialità era l’elemento tangibile del sentiero su rotaia, scandito dalla dolcezza della vita, dalla tenue luce eclissata, a tratti, dalle maestose gallerie. Studenti, lavoratori, semplici cittadini, tutti in questa grande “piazza”, in continuo movimento, tra un fischio del capotreno e i suoni dei passaggi a livello.
Le scalinate di uno "spiazzo", infatti, si trasformavano, con un pizzico di sana immaginazione, nei sedili in legno del treno, e il verde degli alberi accarezzava le chiacchierate dei passeggeri. Uno spartito musicale in piena regola, con le sfumature dei presenti scalfite dal soffio del vento. E oggi? Diversi territori attendono un probabile ritorno della suggestiva atmosfera della locomotiva.
Da tempo, i cittadini di alcuni centri del Savuto auspicano, con speranza, al ritorno di questo “cast” sorprendente, contraddistinto da elementi e attori protagonisti molteplici. Rivedremo mai la sorprendente locomotiva ripercorrere questa pellicola, in bianco e nero, nella valle intera? La lancetta che rintocca la fine ipotetica dei lavori, su alcune tratte, continua a scorrere inesorabilmente, quasi come un orologio immortale e dalla vitalità sconfinata. C’era una volta e c’è ancora la locomotiva del Savuto!
