di Fiore Sansalone
Dopo il Comune di Rogliano, anche quello di Cellara espone da qualche giorno la bandiera della Palestina. Una scelta chiara e coraggiosa, assunta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Conte, che ha deciso di dare voce a chi non ha più voce: i bambini di Gaza, vittime innocenti di un conflitto che continua a seminare morte, paura e distruzione.
Ogni giorno, in Palestina, un bambino perde la vita o subisce traumi che segnano per sempre il suo corpo e la sua anima. In questo scenario atroce, ogni parola di condanna, ogni gesto di solidarietà, ogni pensiero di pace diventano atti di umanità. Esprimere vicinanza, esporre una bandiera, accendere una luce di speranza: sono piccoli gesti, ma capaci di scuotere le coscienze e di affermare con forza che il dolore dei più piccoli non può essere ignorato.
La guerra sta rubando l’infanzia, il futuro e la speranza a un’intera generazione. Ma la coscienza collettiva, quella che nasce nei piccoli centri come Cellara, può ancora opporsi al silenzio complice e chiedere giustizia. È un messaggio che attraversa i confini e che tocca il cuore di chi crede ancora in un mondo più giusto.
Tutti i Comuni d’Italia dovrebbero seguire l’esempio di Cellara. Tutti dovrebbero trovare il coraggio di mostrare una bandiera, non per schierarsi politicamente, ma per difendere l’umanità, la dignità, la vita.
In un tempo in cui la sofferenza di Gaza sembra spesso scomparire dai riflettori, il piccolo Comune calabrese ricorda a tutti noi che la solidarietà non ha confini, e che anche un paese di poche anime può parlare al mondo intero. Con il vento che accarezza quel vessillo bianco, nero, verde e rosso, il Savuto si fa voce di pace.