di Antonietta Malito
A Grimaldi, giugno non segna solo l’inizio dell’estate. È il mese del cuore, quello in cui la fede si fa tradizione condivisa, emozione collettiva. È il mese in cui le campane sembrano suonare con un’eco più profonda e i tamburi (i tammurinari, orgoglio e poesia del popolo) svegliano il paese alle prime luci dell’alba, annunciando a tutti che la tredicina di sant’Antonio di Padova sta per cominciare.
La tredicina è una preghiera che si allunga per tredici giorni, un intreccio profondo di fede e tradizione che il tempo non ha mai sfilacciato.
Ogni anno, senza mai mancare, i grimaldesi si stringono attorno al loro santo, rinnovando un legame che attraversa le generazioni, che unisce i nonni ai nipoti.
C’è attesa tra i devoti, grandi e piccini.
Lo si capisce non solo dal suono che vibra nell’aria, ma soprattutto dai sorrisi dei bambini, che, vestiti con il saio francescano, camminano al fianco delle madri, con passi piccoli e solenni, verso la chiesa.
Quella chiesa che tutti chiamano “il Convento”, perché un tempo ospitò frati di diversi ordini, ed oggi è il cuore pulsante della devozione grimaldese.
Tra quelle mura, custodita con premura e affetto, troneggia la statua del santo dei miracoli, protettore degli umili, dei poveri, di chi ha bisogno di una grazia e a lui si rivolge con occhi pieni di speranza.
Qui, il parroco Don Tiberio Nucera è pronto ad accogliere i fedeli per celebrare le funzioni religiose.
Già dalla penultima domenica di maggio, con la festa dell’Immacolata Concezione, Grimaldi ha iniziato il suo percorso spirituale estivo.
Ma è con l’appuntamento di oggi e per i prossimi tredici giorni che l’anima del paese si accende davvero.
Ogni giorno è una tappa verso la festa solenne, che culminerà con: la distribuzione del pane benedetto, segno di carità e condivisione; la processione del simulacro, quando le strade si riempiranno di canti e di sguardi rivolti verso il cielo.
È un evento che si aspetta tutto l’anno, che coinvolge chi abita ancora tra i vicoli e chi è tornato da lontano solo per esserci.
Pochi giorni dopo, il mese si chiuderà con un altro appuntamento: la festa dei santi patroni Pietro e Paolo.
Grimaldi, in questi giorni, non è solo un luogo, ma un sentimento.
È la voce dei tamburinai che, prima che il sole sorga, svegliano le case e le anime.
È il profumo dell’incenso e dei gigli, il suono antico delle litanie.
È l’attesa di una festa che non è mai soltanto celebrazione, ma rincontro con la fede, la comunità, l’amore per le proprie radici.