Oggi vi voglio parlare di ciò che ad alcuni sembra bello e ad altri sembra brutto e viceversa. Dei modi diversi di vedere le cose.
Vi riporto (per come me lo ricordo) un racconto sentito alla radio molti anni fa. Come vi avevo già detto in un altro articolo, la radio, al contrario della televisione, non si vede, perciò costringe ad immaginarsi i fatti di cui si narra, ad usare la fantasia, e per questo aspetto forse è meglio della televisione.
Era una notte buia e tempestosa, e un viaggiatore inglese in Italia chiede di un posto dove potersi rifugiare. Gli viene indicata la casa del parroco.
Bussa ed il parroco è lieto di accoglierlo. Cenano, e dopo vanno a chiacchierare vicino al caminetto. Ad un certo punto il parroco dice di non essere originario di quel paese, ma di essere originario di Verona.
“Verona!” dice il viaggiatore “il paese di Giulietta”. Il parroco si meraviglia del fatto che uno straniero conosca la vicenda di Giulietta.
Allora il viaggiatore narra di come lo scrittore inglese William Shakespeare avesse scritto una tragedia sulla storia di Giulietta e Romeo. Una tragedia molto famosa in Inghilterra. E inizia a raccontare la trama della tragedia, di come i due giovani, figli di famiglie nemiche, si siano incontrati e innamorati, delle vicissitudini che alla fine portarono al suicidio dei due innamorati.
Ascoltata la storia il parroco dice “Ma no, non andò così. Dopo che quello scapestrato di Romeo fuggì da Verona, Giulietta sposò quel bravo giovane del conte Paride a cui era stata promessa, ebbero molti figlioli e vissero a lungo felici. E’ questa la vera storia.”
Il viaggiatore rimane sorpreso e poi dice: “Però è più bella la mia storia”.
“Perché è più bella?” ribatte il parroco, “nella storia del vostro Shakespeare alla fine muoiono tutti”. 

Salvatore Cutellé_
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