Domenica 20 settembre (dalle 07:00 alle 23:00) e lunedì 21 settembre (dalle 07:00 alle 15:00), si voterà per il referendum costituzionale sul taglio di 345 parlamentari.
Gli elettori saranno chiamati a confermare o respingere la legge sul taglio sopracitato. Essi dovranno votare Sì oppure No al quesito referendario: se vince il Sì viene confermata la riforma costituzionale degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, con il taglio di 115 senatori e 230 deputati (il prossimo Parlamento sarà così composto da 200 senatori e 400 deputati). Se, invece, dovesse vincere il No, il Parlamento non subirebbe nessuna modifica.
E' un referendum confermativo (regolato dall'articolo 138 della Costituzione), "senza quorum", cioè i risultati della consultazione sono validi indipendentemente dalla percentuale dei votanti. Vince il fronte che ottiene anche un solo voto in più.
Nelle stesse date, 20 e 21 settembre, si vota anche (non in tutte le Regioni) per alcune elezioni regionali e amministrative per il rinnovo dei consigli regionali e comunali interessati.
Nella storia della Repubblica, precedentemente, si sono svolti altri tre referendum costituzionali confermativi. Il primo, nel 2001, per confermare o meno la riforma del Titolo V della Costituzione, che passò. Il secondo, nel 2006, sulla riforma costituzionale del governo Berlusconi, la cosiddetta "devolution", che venne bocciata. Nel 2016, il terzo referendum costituzionale: la maggioranza dei votanti respinse il disegno di legge costituzionale della cosiddetta riforma Renzi-Boschi, che puntava al superamento del bicameralismo perfetto, alla revisione delle competenze fra Stato e Regioni, all'eliminazione delle province e del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro).
Ecco, infine, il quesito sottoposto agli elettori:
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari" approvato dal Parlamento e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?".

Giuseppe Pizzuti, docente

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