A Lago, un appuntamento molto atteso, è la Festa del Patrono San Nicola, che si svolge il 6 dicembre.
La santa Messa viene celebrata nella Chiesa Matrice di San Nicola di Bari: una lapide in pietra nera, che si trova all'ingresso, fa risalire la consacrazione dell'edificio al 5 ottobre 1557 (una chiesa con lo stesso nome era consacrata già fra gli anni 1316 e 1334). Dopo la celebrazione eucaristica, i bambini vanno in giro per le case a chiedere i "panicelli" (dolci e pane).
Quest'anno, però,le celebrazioni saranno regolamentate a causa delle misure anti-contagio.
San Nicola di Bari non solo è uno dei santi più amati e venerati al mondo, anche dalla Chiesa ortodossa e da altre confessioni cristiane, ma è famosissimo anche perché la sua figura ha dato origine al mito anglosassone di Santa Claus, il "Babbo Natale" che porta i doni ai bambini. E' il difensore dei deboli e di chi subisce ingiustizie, protettore delle ragazze in procinto di sposarsi, dei bambini e dei marinai. 


Come per tanti santi vissuti nella sua epoca, anche per Nicola è difficile trovare delle fonti certe.
Sappiamo che nasce a Pàtara, importante città della Licia (l'attuale Turchia), fra il 260 e il 270, in una famiglia di cristiani benestanti. In seguito lascia la sua città natale e si trasferisce a Myra (oggi Demrre, Turchia) e lì viene ordinato sacerdote.
Agli anni giovanili risale uno degli episodi più celebri della sua vita, ricordato in seguito dalle tre sfere d'oro che il santo ha in mano o ai piedi in molti ritratti, e in fondo ispiratore - al pari dell'affetto per i bambini - del suo ruolo di "Babbo Natale" che porta i doni. Le tre sfere rappresentano tre sacchetti piene di monete d'oro al centro della storia. A Myra, cittadina marinara, egli viene a sapere che un padre di famiglia, caduto in disgrazia, sta cercando di convincere le sue tre figlie a prostituirsi, non avendo i soldi per organizzare i loro matrimoni. Nicola, nascondendosi, lascia cadere dalla finestra dell'abitazione dell'uomo tre palle piene di monete d'oro, grazie alle quali l'uomo può far sposare le figlie e risparmiare loro l'onta della prostituzione.
Alcuni anni dopo, alla morte del vescovo di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano contro i cristiani, è poi liberato da Costantino, il cui editto lasciava libertà di culto ai cristiani.
Secondo la tradizione, partecipa al Concilio di Nicea del 325. Durante il Concilio, Nicola ribadisce l'esistenza della Trinità e condanna la tesi di Ario, fondatore dell'eresia conosciuta come arianesimo. Nicola sarebbe arrivato a schiaffeggiare Ario, poiché quest'ultimo si ostinava a negare la natura divina di Gesù.
Egli muore a Myra,in una data compresa fra il 335 e il 343, probabilmente il 6 dicembre, giorno nel quale viene ricordato.
Dopo la sua morte, le reliquie rimangono fino al 1087 nella Cattedrale di Myra. Poi, quando, in quell'anno, la cittadina marinara viene assediata dai musulmani, le città di Venezia e Bari entrano in competizione per impossessarsi delle reliquie del Santo e portarle in Occidente. Sessantadue marinai di Bari organizzano una spedizione marittima, riescono a sottrarre e impossessarsi di una parte delle reliquie di San Nicola, portandole nella loro città.
Giuseppe Pizzuti, docente

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