San Francesco (1416-1507) si caratterizza come difensore dei poveri, mettendosi sempre dalla parte degli sfruttati. Egli riteneva le ingiustizie sociali come peccati e fu un paladino delle "rivendicazioni sociali": equa distribuzione dei beni, fraternità dei rapporti, condanna di ogni vessazione. Tutto ciò avveniva in un'epoca difficile, contrassegnata da egoismi e da vessazioni nei confronti della gente più umile. Dopo cinque anni (1430-1435) di eremitaggio, in cui abitò in una grotta, con la terra nuda come letto e un sasso per guanciale, altri ragazzi si unirono a lui, attirati da quella vita di preghiera e di sacrificio. Con loro cominciò a costruire il convento di Paola, che divenne la sede dell'Ordine dei Minimi fondato da fra' Francesco nel 1435. Vi facevano parte frati che condividevano la sua parola d'ordine: carità verso i minimi, cioè gli ultimi, i bisognosi di tutto, nel corpo e nello spirito. In Calabria, egli fece costruire altri conventi, tra cui, nel 1444, quello di Paterno Calabro, che, cronologicamente, è la seconda fondazione dei Minimi dopo quella di Paola. Il Santuario di Paterno, costruito su direttive del Santo, che, frequentemente, vi dimorò, è opera di maestranze locali. Ma oltre alle doti di altruismo, fra' Francesco faceva anche miracoli. Ne raccontiamo solo alcuni. Per esempio,un giorno, mentre con i confratelli stava attraversando le impervie montagne calabresi, il gruppo rimase senza scorte di cibo. San Francesco mise le mani in una bisaccia e ne estrasse un grosso pane soffice e fumante tra lo stupore generale. "E' un miracolo, un miracolo!", gridarono i confratelli, confusi da quel fatto incredibile. "Non dite a nessuno quello che avete visto", fece promettere il frate che non voleva diventare famoso per i propri prodigi. Ma i miracoli continuarono nel tempo: un giorno del 1464, dovendo recarsi in Sicilia, a Milazzo, per la costruzione di un nuovo convento, al momento di attraversare lo Stretto di Messina, nessun barcaiolo si offrì di accompagnarlo. A quel punto distese il suo mantello e con i suoi confratelli attraversò il mare su di esso. La voce che fosse un santo si diffuse rapidamente: migliaia di persone ogni anno partivano da terre lontane per venire in Calabria a farsi benedire, a cercare una parola, un segno che alleviasse i loro dolori fisici e morali.
La sua fama arrivò persino alla corte del re di Francia: nel 1482 Luigi XI si ammalò gravemente e, avendo sentito che nel Sud dell'Italia c'era un frate con poteri miracolosi, lo chiamò a Tours. Fra' Francesco aveva già sessantasette anni e non voleva lasciare la sua terra, ma, nel 1483, Papa Sisto IV e il re di Napoli Ferrante, ansiosi di essere utili al potente monarca francese, gli ordinarono perentoriamente di partire. Così il povero frate calabrese obbedisce e si mette in viaggio per la Francia. Si narra che sulla vetta del Pollino, strada obbligata per il viaggio, il Santo si sia inginocchiato e abbia benedetto per l'ultima volta la sua Terra. Giunto alla corte di Francia disse al re: Non posso fare nulla per voi se non farvi accettare l'idea che tutti gli uomini sono destinati a raggiungere il Padre nei cieli". Il re si preparò alla fine che avvenne pochi mesi dopo, facendo promettere a fra' Francesco di occuparsi dell'anima dei suoi discendenti. Così accadde e, nonostante nel corso degli anni fra' Francesco domandasse spesso a Carlo VIII, successore sul trono di Francia, di tornare in Calabria, ne riceveva sempre un fermo rifiuto, per la promessa che il frate aveva fatto al padre. Il 2 aprile 1507, mentre era assorto nelle sue meditazioni nel monastero di Tours , il frate si spense. Si concludeva così la lunga vicenda terrena dell'Eremita calabrese, iniziata novantuno anni prima a Paola e che lo avrebbe portato nel cuore dell'Europa a diffondere il suo messaggio di pace e amore. La notizia della sua scomparsa fece ben presto il giro d'Europa e cominciò a diffondersi il culto per il frate che, con tempi insolitamente veloci per la Chiesa, Papa Leone X nel 1513 proclamò beato e nel 1519 santo,proprio per tutti i miracoli che aveva compiuto in vita.

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