GRIMALDI - Mario Saccomanno è un eccellente autore, di quelli che lasciano il segno. Poeta e scrittore, in questi giorni di quarantena sta creando nuovi versi e nuovi pensieri che vedranno la luce prossimamente. Intanto, ha da poco realizzato una nuova raccolta di poesie, dopo il successo della precedente opera “Tanto vero da farsi utopico”. Si tratta di rime che toccano temi diversi in un linguaggio differente da quello utilizzato nel volume presentato a dicembre, un linguaggio – come afferma lui stesso – “spesso più rude, magari più diretto, ma sicuramente più adeguato a quanto avevo in mente di trasmettere”. Questo suo nuovo lavoro s’intitola “Sospesi” ed è stato pubblicato lo scorso 21 marzo. Una data simbolica perché celebra la Giornata mondiale della poesia. Raccolte in un file, queste sue ultime composizioni arrivano a tutti. Chiunque, infatti, può richiedere gratuitamente all'autore il documento in pdf. «Il titolo, intrecciato inscindibilmente all'opera di Picasso che ho deciso di utilizzare in copertina - spiega il poeta - sottolinea il nostro essere inesorabilmente incollati alla nostra fragilità, alle nostre scelte». E afferma: «È un’opera che non vedrà mai la luce in forma cartacea e ha come unico obiettivo quello di fare arrivare il mio canto, sotto forma di dono, alle finestre di chiunque abbia voglia di sentirlo». E si tratta di un grande dono, di rime particolarmente belle e intense. Un dono che arriva inatteso e gradito in un periodo particolarmente difficile, in cui siamo tutti a casa, spesso soli con noi stessi, «costretti – come Mario scrive nell'introduzione - a vivere raggomitolati nelle nostre abitazioni, a scontrarci con le nostre abitudini per proteggerci da un virus capace di infrangere ormai ogni confine del mondo». Proprio in questo silenzio che tutto avvolge, l’autore ha più tempo per abbandonarsi alle riflessioni. Il suo pensiero viaggia oltre la finestra, si adagia sui prati e sui fiori, e si perde nell'oltre, nell'infinita bellezza che ci circonda, di cui, oggi, non possiamo godere pienamente. «In questo stato di dubbi e paura, come tutti sospeso, in attesa di una rinascita, - continua il poeta - osservo lo scorcio di mondo ricamato dalla mia finestra. C’è uno strano silenzio, oltre ogni suono naturale che sento c’è uno strano silenzio che pesa come un macigno. È un silenzio forzato che cozza con la spontaneità di questo risveglio». Ma la bellezza che abbiamo intorno può salvarci anche da situazioni come questa, quando c’è chi, come lui, è in grado di trasformarla in arte. «L’arte, qualunque forma assuma, - conclude Mario - è il pungolo che ci spinge oltre le colonne d’Ercole, che ci impone l’obbligo di distruggere ogni legge, di interrogarci ancora su quello che crediamo certezza, è il modo più sicuro di proseguire, di ritornare sui nostri passi, di ripercorrere le nostre strade, di sperare e di ricordare. Immaginazione, ricerca, fantasia, memoria sono alcuni pilastri su cui si basa. Se c’è una cosa che si può affermare con certezza è che l’uomo ha sempre saputo tirare fuori dalle brutture della storia, dalle disgrazie della natura in cui s’è trovato a fare i conti, opere intramontabili». E lui, come altri autori e artisti, lo sta facendo bene e gliene siamo riconoscenti. Mario Saccomanno, scrittore, poeta e musicista, è laureato in Storia e Filosofia e frequenta la Magistrale in Scienze Filosofiche. Le sue parole, attente, ricercate, delicate, ma allo stesso tempo forti e coraggiose, sono sempre scelte con cura. Ed è proprio questo suo amore per la scrittura e questa sua grande capacità di descrivere ciò che gli sta intorno e ciò che ha dentro, che lo rendono un grande autore.



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