La Patristica occidentale tardo-antica si fregia di un gioiello di cultura, sulla cui scia la Cristianità trova uno scrigno di fede unico, consacrato da sentita e voluta conversione. Agostino riversa nelle Confessioni la forza di interiorizzare la Fede mediante studio teologico, rafforzato da capacità di forte pervasività nell'animo umano. Una nuova visione del Mondo apre uno spiraglio di luce nell'oscurantismo religioso di un evo particolarmente fragile nel vivere una sana esistenza. Ne sono prova assoluta le immortali pagine del "De civitate Dei", pietre miliari di un retaggio culturale che influenzerà il percorso dei secoli futuri. I rivoluzionari precetti agostiniani diffonderanno la dottrina della Predestinazione e della Grazia che ne perpetuerà l'essenza fino a travalicare i limiti del tempo. L'Uomo di Tagaste, poi Santo d'Ippona, profonde nelle sue opere tutto il Sapere, da cui è stato forgiato prima in vita secolare e poi nell'ascesi spirituale, elargita dalle Sacre Scritture. 

 

Lungo e sofferto il suo cammino di iniziato alla fittizia religione manichea, che vive con trepidante scetticismo quasi per due lustri, fino a quando la realtà di credere in un arido materialismo assume per lui insostenibile sopportazione. Il Vescovo Ambrogio squarcia la sua labile e agnostica maschera, permeando la sua anima mediante tenace spirito esegetico, scaturito dalla pervasiva forza del suo eloquio e da condivisa convinzione dell'assoluta unità di Dio mercé forte ausilio della Fede. Introspezione psicologica e potenza percettiva raffermano gli acuti concetti che rifulgono nelle pagine delle sue Confessioni, pregne di vero pathos esistenziale quando, per petentorio volere della madre, si distacca con forte e sofferta lacerazione interiore della donna che lo tiene prigioniero della sensualità materiale e del peccato. La forza sprigionata dal suo teologico intelletto, accanto ad una originale visione della Storia, collocano Agostino nel novero di quelle illuminate figure che espandono vasta eco di vigorosa intellettualità e che non si disperde nel passaggio degli evi. 

 
Il suo pensiero spazia in una profonda riflessione intrisa di alta valenza teologica, con al centro la malata storia umana, descritta con esaustiva analisi nel " Civitate Dei ", in cui si esalta il valore della Redenzione in una visione teocentrica che ha Cristo come solo protagonista. Il prodromo del suo cammino apologetico vede nell'amore materno essenziale momento per convertire lo spirito al servizio di Dio dopo abiura all'edonismo della vita secolare, mercé anche appassionata lettura di un brano che Paolo di Tarso ha indirizzato ai Romani. La sua indole, fortemente sensibile e irrorata da un irrefrenabile sentimento affettivo, sfocia nel disprezzo del peccato, nella ricerca della Verità e della divina Bellezza, già percepite nella sua interiore essenza, che si concretizzano nel soggiorno ad Ostia in compagnia di Monica, sua genitrice. Un sereno colloquio con la materna figura sublima viepiù la sua conversione, corroborata da rapita estasi divina e impressa nelle inobliabili pagine delle Confessioni, in cui la profonda sensibilità di Agostino riflette in alcuni aspetti la sua cultura di matrice neoplatonica. Prima di infausto destino che colpisce la madre fino alla morte, Monica ha come fervente conforto di vedere , nell'ultimo barlume di vita, la completa conversione di Agostino. Ad Ippona riceve gli abiti talari vescovili, dove inizia un percorso pastorale, forte di profondo studio teologico delle Scritture, che riversa nella difesa della Fede cristiana, minata da blasfema ideologia eretica.
Il dogma cristiano delle tre Nature di Cristo viene riaffermato nel De Trinitate attraverso inscindibile nesso fra Padre e Figlio plasmati dall'Amore dello Spirito Santo, e riversati nell'uomo per ricercare nella propria interiorità la Verità. Così, la mistica concezione agostiniana si sostanzia nell'immortale locuzione latina:" NOLI FORAS IRE, IN TE IPSUM REDI; IN INTERIORE HOMINE ABITAT VERITAS . (" Non estraniarti, ritorna in Te stesso; la Verita alberga nell'intimo dell'uomo ")

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Ad Agostino Todaro e Agostino Imbrogno a ricordo del nostro giovanile percorso scolastico.

Franco Vetere 

 



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