Il telaio è uno strumento di lavoro molto antico, sul quale si è basata l'arte tessile calabrese, creata e curata dalle donne, che svolgevano l'attività di tessitura insieme alle altre attività domestiche.

Nelle case di un tempo, il telaio trovava spazio nel “basso”, un locale dell'abitazione stessa, solitamente una stanza spaziosa e luminosa, che aveva la precisa funzione di aggregazione sociale, poiché nella stanza del telaio “le anziane rammentavano il passato e le giovani sognavano il futuro”, oppure era collocato nella camera da letto. Le donne tessevano al telaio maggiormente fibre come la seta, il lino e la lana per farne lenzuola, tovaglie, asciugamani, coperte, da usare quotidianamente o da destinare alla dote delle figlie. Non di rado, il telaio stesso faceva parte del corredo della sposa. C'erano anche le tessitrici di professione che tessevano su ordinazione capi che, molto spesso, venivano pagati in natura.

I telai si differenziano per forma, dimensione e lavorazione in tre tipi principali: telaio a tensione, telaio verticale e telaio orizzontale. Il primo è facilmente trasportabile, il secondo ha una struttura portante fissa più complessa ed era utilizzato prevalentemente per tessere manufatti di notevole grandezza, come tappeti ed arazzi, il terzo è il più diffuso e differisce per il numero di pedali e di licci da cui è formato. Il liccio è uno strumento che consente di selezionare e sollevare tutta una serie di fili dell'ordito per poter indurre più facilmente la trama. E' mediante questo intreccio che si realizza il tessuto.



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