di Giuseppe Pizzuti*

 

AIELLO CALABRO

Il Carnevale-Febbraio

Durante il periodo carnevalesco, Aiello Calabro si riempie di colori e maschere improvvisate. Nella consueta "Sfilata delle maschere", viene premiata la più originale, la più bella e la più divertente.

Le focàre-Dicembre

A Natale, gli Aiellesi sono impegnati a preparare le cosiddette focàre (tradizionali falò nelle piazze), per celebrare le festività e illuminare gli addobbi delle strade e il grande albero di Natale.

 

APRIGLIANO

"'A strina"-Feste natalizie

Nel periodo natalizio, spesso, per le strade di Aprigliano, si sente cantare e suonare "'a strina". E' composta da versi in rima, in tipico dialetto apriglianese, con l'accompagnamento musicale del "saziere" (mortaio), della chitarra, della fisarmonica e dei tamburelli.

Gli "strinari" si recano a cantare davanti alle case degli amici per augurargli buon anno e ottenerne in cambio generi alimentari come salami, formaggi, dolci e vino per festeggiare.

 

BELSITO

Il paese delle "strine"

Belsito è conosciuto come il paese delle "strine". Ogni anno, infatti, dall' 8 dicembre fino al 6 gennaio, gli "strinari" cantano e suonano le strenne di Natale.

Agli amici a cui si dedica la "strina", i suonatori chiedono salame e vino che, alla fine del canto augurale, potranno gustare davanti al camino. L'accompagnamento musicale è composto da una chitarra, un mandolino, "u sazeri" (il mortaio) e, infine, "u cantaturu", il cantante. Altri suonatori più originali si esibiscono con coperchi e cucchiai.

 

BIANCHI

"A focara"-24 dicembre

Nella notte di Natale, un grande fuoco viene acceso nella piazza principale del paese. Attorno alla "focara" i Biancari si ritrovano per scambiarsi gli auguri mangiando "grispelle" (frittelle),  "pitte nchiuse" (tipo di focaccia), "turdilli" (dolce povero tradizionale) e "mustaccioli" (tipici biscotti natalizi).

L'uccisione del maiale-Dicembre/Gennaio

Per le famiglie di Bianchi l'uccisione del maiale è un giorno di festa.

Dopo aver messo la carne nella "majille" (la madia) di legno, si prepara la "sazizza" (salsiccia), la "supressata" (soppressata) e il "capeccuallu" (capicollo).

Naturalmente non mancano mai le "frittule" (carne attaccata all'osso bollita nello strutto e mischiata alle verdure), che vengono consumate calde.

 

CARPANZANO

La vendemmia-Ottobre

A Carpanzano, c'è ancora qualche famiglia che fa la vendemmia in modo tradizionale. Questo rituale da sempre porta con sé un grande fascino, oltre che un valore storico e antropologico. Dopo la raccolta dalla vigna, l'uva viene portata in cantina per iniziare il processo di vinificazione. Qui, messa in grandi tinozze, si pigia con i piedi. Parenti e amici partecipano alla lavorazione in un clima di festa, che termina con una grande scorpacciata di prodotti tipici.

Il falò-24 dicembre

Alla vigilia di Natale, si prepara un grande falò nella piazza principale del paese. Intorno al falò si friggono e distribuiscono i grispoli (le crespelle con le alici). A tarda serata,quando gli anziani ritornano a casa, i più giovani si divertono ad arrostire grandi quantità di patate sulla brace. 

*Docente   

 

Giuseppe Pizzuti
Author: Giuseppe Pizzuti
Biografia:
Giuseppe Pizzuti insegna Letteratura italiana e Letteratura latina presso i Licei ed è anche un appassionato di letteratura e sport. Non è un giornalista professionista, ma ha sempre collaborato con diversi giornali, come il "Guerin Sportivo', "La Voce degli Italiani" (Gran Bretagna), "Corriere del Nord" (Gran Bretagna), "Il Lavoro" (Belgio), "Dita Jote" (Santa Sofia d'Epiro).


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