COSENZA - Alessandro Nucci non ha bisogno di presentazioni: il suo tocco, raffinato ed espressivo, rende le sue opere inconfondibili. Il pittore del vento (come mi piace definirlo perché i suoi prati sono sempre mossi da una brezza leggera), al vento affida i suoi sogni, riuscendo a trasmettere in chi guarda i suoi dipinti un senso di beatitudine e di leggerezza, che fanno bene all’anima.
Anche Alessandro ha scelto di condividere con noi una delle opere che ha realizzato in questi giorni di quarantena: un acquerello dai toni estremamente delicati, come quelli tipici della primavera che sboccia ovunque. Essa raffigura un prato tempestato di iris mossi dal vento e, sullo sfondo, mare e cielo che si fondono in un dolce abbraccio. I colori utilizzati sono il verde e l’azzurro, che caratterizzano molti dei suoi quadri, uniti, questa volta, a un tenue giallo, che rende tutto ancora più leggero. «È un acquerello su carta Fabriano porosa che – spiega l’artista - ho inumidito prima di passarci sopra il pennello con del colore diluito. La caratteristica di questa tecnica consiste nel fatto che appena vi si poggia il colore, la carta inumidita lo dilata. L’abilità consiste nel contenere il dilatarsi del colore». 
Alessandro Nucci, originario di Malito, vive a Cosenza. Ama dipingere la natura, nella quale si immerge per ritrovare se stesso. Figlio d’arte (suo padre era pittore e scultore), ha iniziato la sua carriera artistica come fumettista. Diventato poi un pittore molto apprezzato, ha realizzato diverse mostre, riscuotendo ovunque il meritato successo. Laureato in Scienze Economiche e Sociali, ha ricoperto incarichi molto importanti nella pubblica amministrazione.

GRIMALDI - È poliedrico, solare, creativo, affabile e cordiale. Pino Filice è così: inarrestabile, anche in questo periodo in cui è necessario rimanere in casa. Lui, che ama i viaggi, la natura, il contatto con la gente, oggi dà il meglio di sé nella sua bella dimora, e lo fa dipingendo, da autodidatta. In quarantena ha realizzato diversi dipinti, tutti molto belli e olio su tela, ispirandosi prevalentemente alla natura. Soltanto uno di questi, che ha scelto di condividere con noi, è nato da una profonda riflessione sul periodo che stiamo vivendo, e s’intitola “Covid-19”. È una tela dalle tinte forti, all’apparenza “violenta”, ma con un messaggio chiaro e positivo. Raffigura un uomo nudo e inerme, col viso di un bambino che, con lo sguardo rivolto verso il basso, osserva il suo volto precedente, scivolato a terra come una maschera. È un volto dall’espressione inorridita, che urla paura e disperazione, mentre affoga in una pozza di sangue. L’uomo, piegato a terra, guarda, inespressivo sé stesso, com’era e come non vuole più essere. Alle sue spalle, i colori brillanti e accesi della primavera che avanza, sono un messaggio di speranza per lui che non ama sentirsi sopraffatto dagli eventi, ma ha voglia di rialzarsi e guardare avanti con occhi nuovi.
«Dipingo di tutto, non ho soggetti preferiti, solo non mi appassionano i ritratti» – dice l’artista -, che annuncia con entusiasmo: «Sto preparando una mostra».
Pino Filice – chi lo conosce lo sa bene - non ha solo la passione per l’arte, ma ama leggere, scrivere, cucinare, suonare. È cantautore, musicista, e da poco ha iniziato la stesura al suo primo romanzo. Laureato in Scienze economiche e sociali, ha lavorato nella pubblica amministrazione.

GRIMALDI – In questi giorni di quarantena, in cui il tempo sembra sospeso, c’è chi non si lascia sopraffare dall’angoscia, ma reagisce creando bellezza. È il caso della giovane artista grimaldese Federica Berardi, autrice di un’intensa opera ispirata al drammatico momento che il nostro Paese sta vivendo. Federica ha, infatti, pensato di imprimere le sue emozioni su un foglio e condividerle con noi, per regalarci un po’ della sua arte. Utilizzando il dotwork, una specifica tecnica per tatuatori, l’artista ha rappresentato il dolore dell’Italia, stremata dall’emergenza coronavirus. La nostra amata Patria ha il volto di una donna, in parte coperto da una mascherina. Gli occhi, spenti, parlano di dolore. In un'iride si legge la scritta Covid-19, l'altro occhio, invece, interamente occupato dal tricolore, piange lacrime amare. Intorno, il virus, tutto avvolge e offusca. Ma la bellezza dell’Italia, rappresentata sullo sfondo da alcuni dei suoi monumenti storici più conosciuti e ammirati, presto tornerà a risplendere. Così, come il sole, al di là delle nuvole. «Con questo disegno – ha detto l’artista – ho voluto rappresentare questo difficile momento che stiamo vivendo, ma anche la speranza che presto tutto possa finire». Federica Berardi, che ha frequentato il Liceo artistico, è anche un'esperta tatuatrice.

GRIMALDI – Tempo di quarantena, tempo di creatività per gli artisti locali, che continuano a farci dono della loro arte. Così, dopo il disegno della bella Federica Berardi dedicato all’Italia e all’emergenza che essa sta vivendo, oggi condivido con voi il magnifico dipinto dell’altrettanto bello e talentuoso Emanuele Sidoti.
Emanuele, giovane e promettente artista grimaldese, ha raffigurato nella sua opera il cuore del centro storico di Grimaldi, rappresentato dalla chiesa madre e dal palazzo comunale, circondati dalle vicine abitazioni. Sullo sfondo, gli alberi e le ombre di Santa Lucerna, che lo sovrastano, quasi a volerlo proteggere.

La tenue luce della sera illumina le vecchie dimore, posandosi sulle loro mura come una delicata carezza. Al centro del dipinto, brilla di azzurro il finestrone della chiesa matrice che riempie di speranza gli occhi e il cuore di quanti l’osservano. Quella di Emanuele è un’opera incantevole, che trasmette forti emozioni, non solo per la bellezza del paesaggio, ma per l’anima dello stesso, che l’artista è riuscito a imprimere con grande abilità sulla tela.
«Ho realizzato questo lavoro perché ho una passione per i borghi e per i toni grigiastri e marroni. Ho scelto Grimaldi – ha detto Emanuele - anche per un senso di nostalgia. Nonostante io sia tornato settimane fa da Cambridge, infatti, non ho avuto modo di fare le mie solite passeggiate a causa della quarantena».
Emanuele Sidoti si è diplomato al Liceo artistico di Cosenza. Ha frequentato per un periodo il corso di laurea in Beni culturali, a Milano. Dopo un’esperienza lavorativa di due anni a Modena, da un anno sta perfezionando il suo inglese a Cambridge.

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