GRIMALDI – La buona notizia, relativa alla convenzione siglata tra l’amministrazione comunale e il Centro per l’impiego di Cosenza, che prevede l’avvio di 13 tirocini d’inclusione sociale per disoccupati ex percettori di mobilità in deroga, è stata accolta con favore anche dal consigliere di minoranza Attilio Rino (Il Sogno per Grimaldi).
Nel sottolineare che la presenza dei tirocinanti servirà a garantire maggiori servizi alla comunità, Rino formula l’augurio che questa esperienza lavorativa possa trasformarsi per loro in un’attività stabile nel tempo.
«Grimaldi – dichiara il consigliere di minoranza - ha necessità dei tirocinanti. Con la loro attività essi apporteranno dei sicuri vantaggi alla comunità, in termini di servizi che andranno a svolgere. Il mio augurio è che per loro ci possano essere maggiori certezze per il futuro occupazionale, una vera e propria stabilizzazione. In questo particolare momento che stiamo vivendo, in cui per insufficienza d’organico alcuni servizi sono carenti - conclude Rino - la loro presenza sul territorio porterà senz'altro una boccata d’ossigeno».

 

GRIMALDI – È stata stipulata, nella mattinata di ieri, una convenzione che consentirà l’avvio di 13 tirocini di inclusione sociale rivolti a disoccupati ex percettori di mobilità in deroga.
Firmata presso la sede comunale dal sindaco Roberto de Marco e dal responsabile del Centro per l’impiego di Cosenza, Giovanni Cuconato, la convenzione consentirà ai tirocinanti di lavorare per l’ente e, nello specifico, di essere impiegati in progetti realizzati dall'amministrazione comunale che interesseranno vari settori. Si tratta, dunque, di un’opportunità lavorativa di inserimento sociale per gli interessati, ma anche di un’opportunità per il comune stesso e l’intera collettività che potranno trarre benefici dal lavoro svolto dai tirocinanti.

 

Gentile Avvocato, quali sono i limiti alla concorrenza tra imprenditori?
(M. G., Rogliano)
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La concorrenza tra imprenditori è non solo consentita ma anche incentivata dal nostro ordinamento.
Tuttavia la legge vieta che l’imprenditore gareggi sul mercato con mezzi subdoli e scorretti atti a danneggiare un’altra impresa. L’imprenditore può porsi in competizione con altri (offrendo al pubblico una migliore qualità dei prodotti, prezzi minori e condizioni contrattuali più favorevoli), ma non può porre in essere atti di concorrenza sleale. Tali sono considerati:
- La diffusione di notizie e apprezzamenti che possano gettare discridito sull’attività e sui prodotti del concorrente;
- L’imitazione o l’indebita appropriazione dei pregi di prodotti di altra impresa;
- L’uso di nomi commerciali (ditta, denominazione sociale), marchi, emblemi e insegne uguali o simili a quelli di altri imprenditori, tali da creare confusione con i prodotti del concorrente;
- L’uso di slogan e di materiale pubblicitario (depliant, manifesti, fotografie) di altra impresa;
- La sottrazione, con mezzi subdoli, di segreti e conoscenze tecniche del concorrente;
- La pubblicità menzognera con la quale si attribuiscano a un prodotto qualità inesistenti, traendo così in inganno i consumatori e svalutando anche gravemente la produzione della concorrenza;
- La vendita sistematicamente sottocosto di alcuni prodotti effettuata senza alcun utile d’impresa e allo specifico scopo di danneggiare i concorrenti;
- L’assunzione da parte di un imprenditore di più dipendenti di un’altra impresa (quelli più qualificati e utili per quest’ultima) allo scopo specifico di danneggiarla;
In generale, ogni comportamento non conforme ai principi di correttezza professionale e idoneo a danneggiare altre aziende (art. 2598 c.c.).

Avvocato, Marino Reda

 

 

 

 

Nei giorni scorsi, le rivelazioni fatte da Giuseppe Scalzo, durante una piacevole intervista nella frazione di Orsara, hanno fortemente acceso i riflettori sugli orsi. Secondo le parole di Scalzo, esperto e poliedrico conoscitore del territorio, i boschi che circondano il piccolo villaggio di montagna, nel Comune di Marzi, avrebbero ospitato un tempo gli orsi. Le indagini certosine, portate avanti dalla redazione della Voce del Savuto, cominciano a delineare un perimetro ben definito su tale tematica. Alcuni studi, recuperati dai nostri giornalisti, confermerebbero la presenza di questo mammifero, presumibilmente fino al 1700.
Il significato del termine "Orsara", o meglio "Ara dell'Orso", traccia un primo profilo in questa direzione. Le frazioni di "montagna", nello specifico il piccolo borgo di Piano Semente e quello di Pallone, potrebbero aver ospitato, nei boschi che accerchiano questi scrigni, l'orso, principe indiscusso della montagna.
Tracciando una linea, metaforicamente parlando verso la nostra Sila, ritroviamo anche un luogo chiamato "Macchia dell'Orso", presumibilmente riconducibile a queste ipotesi al vaglio dei nostri studi. Con un pizzico di autentica immaginazione, entreremo nel cuore dei boschi secolari del Savuto. E' proprio il caso di dirlo, ne vedremo delle belle. 

Foto dal web

Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e comunicazione non veritiera dello stato di famiglia, questi i reati contestati nei confronti di una donna di Grimaldi.  Il provvedimento preventivo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Cosenza, e la donna dovrà ora rispondere dei reati contestati. Le serrate indagini portate avanti dai militari della Compagnia dei carabinieri di Rogliano, al comando del Capitano Bologna,  hanno fatto emergere, nelle scorse settimane, anche altri nove casi sospetti, inerenti al reddito di cittadinanza  in diversi  Comuni del comprensorio. 

MALITO – Sono a disposizione da ieri le mascherine del Savuto, prodotte da un’azienda che opera sul territorio malitese.
Composte da un triplo strato di tnt (tessuto non tessuto), rispondono alle caratteristiche delle cosiddette “mascherine filtranti”, a uso della collettività.
Sanificate a ozono prima del confezionamento, sono conformi alle disposizioni scientifiche e sanitarie.
«L’idea di produrle – ci spiega il titolare dell’azienda locale – è nata dalla necessità di renderle reperibili sul territorio, dove fino a ieri scarseggiavano. Le mascherine sono già acquistabili, ma è necessario che gli interessati contattino preliminarmente l’azienda, che ne garantirà la disponibilità o meno. Per il momento – chiarisce il titolare - si trovano presso la nostra sede, ma prossimamente saranno distribuite in diversi punti vendita del Savuto e anche online».

La forte recessione economica, quale inevitabile conseguenza della drastica riduzione dei consumi imposti dal blocco dovuto al doveroso tentativo di bloccare il contagio da Coronavirus, avrà ripercussioni maggiori nei tessuti economici più deboli e strutturalmente più fragili. Fra questi vi è senza ombra di dubbio il tessuto economico calabrese, già provato da una crisi decennale dalla quale non riesce ad uscire. Un tessuto fragilissimo e da sempre in grande difficoltà.
Inutile sottolineare i tanti record negativi detenuti da anni, dal più alto tasso di disoccupazione fra tutte le Regioni d'Europa, al più basso reddito pro - capite fra tutte le regioni d'Italia ad una forza - lavoro che si riduce sempre più. Basta citare solo alcuni numeri per cercare d fotografare l'esistente.
I residenti in Calabria sono 1.956.687 dei quali almeno 200.000 sono sulla carta residenti in Calabria ma vivono per studio o lavoro in altre regioni, anche se molti di questi sono in fase di ritorno.
In 728.631 (quasi il 40% dell'intera popolazione, la percentuale più alta d'Europa) percepiscono una pensione ed il 68% delle pensioni è al di sotto delle 1000 euro mensili. In 105.539 sono dipendenti pubblici ed altri 300.000 sono dipendenti privati, commercianti, precari e partire Iva. Circa 200.000 i minorenni e studenti. I rimanenti 400.000 alla ricerca di un lavoro. Una percentuale di forza lavoro occupata fra le più basse d'Europa di circa 500.000 calabresi, uno su quattro.
In una situazione del genere e con la dimensione allarmante della crisi attuale con la disoccupazione che a fine 2019 registrava un tasso del 21,1% si rischia che la disoccupazione possa passare dall'attuale 20,1% al 35 - 40%. In quanti in Calabria vivevano alla giornata, fra lavoro nero e lavori precari, in quanti riuscivano a sbarcare il lunario senza, ovviamente, potersi permettere di incamerare dei risparmi per i tempi più magri.
E' difficile poter quantificare le inevitabili nuove povertà che scaturiranno dai tanti piccoli esercizi commerciali che rischiano di chiudere e dai tanti posti di lavoro che si perderanno. Basti accennare alla crisi fortissima del comparto turistico e della ristorazione che in Calabria ha avuto sempre un peso notevole.
E' quanto mai necessario un vero e proprio Piano Marshall per la Calabria, un vero e concreto intervento a sostegno delle famiglie con un reddito di solidarietà a fondo perduto in attesa di una auspicata ripresa dei consumi e di un ritorno alla normalità.
Non basta il reddito di cittadinanza che comunque oggi si rivela essere prezioso e salvifico. E' necessario fare molto di più. Aiutare i tanti piccoli artigiani, i tanti piccoli imprenditori di se stessi, le tante partite Iva ed i tanti precari che vedono sfumare i loro già esigui redditi.
Urge una serie di interventi concreti e non le solite parole prive di fatti. Oggi più che mai. Anche per evitare la crescita del consenso sociale verso le mafie ed evitare la inevitabile crescita dell'usura e dell'illegalità che in momenti gravi come questi rappresentano un reale pericolo da non sottovalutare.

 

 

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