MALITO – Sono a disposizione da ieri le mascherine del Savuto, prodotte da un’azienda che opera sul territorio malitese.
Composte da un triplo strato di tnt (tessuto non tessuto), rispondono alle caratteristiche delle cosiddette “mascherine filtranti”, a uso della collettività.
Sanificate a ozono prima del confezionamento, sono conformi alle disposizioni scientifiche e sanitarie.
«L’idea di produrle – ci spiega il titolare dell’azienda locale – è nata dalla necessità di renderle reperibili sul territorio, dove fino a ieri scarseggiavano. Le mascherine sono già acquistabili, ma è necessario che gli interessati contattino preliminarmente l’azienda, che ne garantirà la disponibilità o meno. Per il momento – chiarisce il titolare - si trovano presso la nostra sede, ma prossimamente saranno distribuite in diversi punti vendita del Savuto e anche online».

La forte recessione economica, quale inevitabile conseguenza della drastica riduzione dei consumi imposti dal blocco dovuto al doveroso tentativo di bloccare il contagio da Coronavirus, avrà ripercussioni maggiori nei tessuti economici più deboli e strutturalmente più fragili. Fra questi vi è senza ombra di dubbio il tessuto economico calabrese, già provato da una crisi decennale dalla quale non riesce ad uscire. Un tessuto fragilissimo e da sempre in grande difficoltà.
Inutile sottolineare i tanti record negativi detenuti da anni, dal più alto tasso di disoccupazione fra tutte le Regioni d'Europa, al più basso reddito pro - capite fra tutte le regioni d'Italia ad una forza - lavoro che si riduce sempre più. Basta citare solo alcuni numeri per cercare d fotografare l'esistente.
I residenti in Calabria sono 1.956.687 dei quali almeno 200.000 sono sulla carta residenti in Calabria ma vivono per studio o lavoro in altre regioni, anche se molti di questi sono in fase di ritorno.
In 728.631 (quasi il 40% dell'intera popolazione, la percentuale più alta d'Europa) percepiscono una pensione ed il 68% delle pensioni è al di sotto delle 1000 euro mensili. In 105.539 sono dipendenti pubblici ed altri 300.000 sono dipendenti privati, commercianti, precari e partire Iva. Circa 200.000 i minorenni e studenti. I rimanenti 400.000 alla ricerca di un lavoro. Una percentuale di forza lavoro occupata fra le più basse d'Europa di circa 500.000 calabresi, uno su quattro.
In una situazione del genere e con la dimensione allarmante della crisi attuale con la disoccupazione che a fine 2019 registrava un tasso del 21,1% si rischia che la disoccupazione possa passare dall'attuale 20,1% al 35 - 40%. In quanti in Calabria vivevano alla giornata, fra lavoro nero e lavori precari, in quanti riuscivano a sbarcare il lunario senza, ovviamente, potersi permettere di incamerare dei risparmi per i tempi più magri.
E' difficile poter quantificare le inevitabili nuove povertà che scaturiranno dai tanti piccoli esercizi commerciali che rischiano di chiudere e dai tanti posti di lavoro che si perderanno. Basti accennare alla crisi fortissima del comparto turistico e della ristorazione che in Calabria ha avuto sempre un peso notevole.
E' quanto mai necessario un vero e proprio Piano Marshall per la Calabria, un vero e concreto intervento a sostegno delle famiglie con un reddito di solidarietà a fondo perduto in attesa di una auspicata ripresa dei consumi e di un ritorno alla normalità.
Non basta il reddito di cittadinanza che comunque oggi si rivela essere prezioso e salvifico. E' necessario fare molto di più. Aiutare i tanti piccoli artigiani, i tanti piccoli imprenditori di se stessi, le tante partite Iva ed i tanti precari che vedono sfumare i loro già esigui redditi.
Urge una serie di interventi concreti e non le solite parole prive di fatti. Oggi più che mai. Anche per evitare la crescita del consenso sociale verso le mafie ed evitare la inevitabile crescita dell'usura e dell'illegalità che in momenti gravi come questi rappresentano un reale pericolo da non sottovalutare.

 

 

GRIMALDI – È funzionante, da stamattina, il postamat dell’ufficio postale. Rimasto fuori uso per qualche giorno, è stato riparato da poche ore.
Già nella giornata di ieri, il direttore dell’ufficio aveva aperto una segnalazione e il sindaco Roberto De Marco aveva assicurato che il problema sarebbe stato risolto. Così è stato.
Gli utenti, che fino a ieri avevano manifestato il loro disagio, ora possono finalmente prelevare.

Boschi selvaggi, promontori impervi, castagneti e querceti, non è la sceneggiatura elaborata per una puntata di Quark, e nemmeno l'introduzione di un documentario. La valle del Savuto rappresenta, da sempre, un tassello importante per il nostro patrimonio naturale. Ancora oggi, questi luoghi custodiscono antichi racconti, territori ricchi di fauna e una variegata flora. Volpi, caprioli, lupi, cervi, cinghiali, solo alcuni dei mammiferi presenti in questo piccolo paradiso terrestre. Presumibilmente fino al 1700, in queste vallate, scorrazzavano anche gli orsi.

Con La Voce del Savuto abbiamo acceso i riflettori sul piccolo villaggio di Orsara, nel Comune di Marzi, in provincia di Cosenza. La piacevole intervista a Giuseppe Scalzo, esperto indiscusso di questi paesaggi fiabeschi, ha focalizzato la nostra attenzione su alcune tematiche da lui tracciate. In particolare, i suoi racconti sugli orsi hanno catturato il nostro interesse. Secondo alcune storie, tramandate oralmente, gli orsi vivevano indisturbati in questo habitat. "Ara dell'orso", questo uno dei possibili significati della località denominata Orsara. Un luogo ricco anche di caverne, ripari per questo mammifero dalla rara bellezza.

La discussione con Giuseppe Scalzo ha fatto riemergere, dal sentiero verso l'oblio, anche una località nella vicina Sila, denominata "Macchia dell'Orso. Continueremo a seguire la vicenda. Ne vedrete delle belle.

 

Foto da Google

GRIMALDI – Cento mascherine lavabili pediatriche e dodici mascherine ffp2 saranno donate dal gruppo di minoranza “Stretta di mano”, composto da Pino Albo e Alessandra Medaglia.
Destinate alla cittadinanza le prime, e ai volontari della Protezione civile le seconde, serviranno per affrontare in tutta sicurezza la fase 2 appena iniziata.
I dispositivi di protezione individuale saranno consegnati alla Protezione civile. Lo specificano i due consiglieri di minoranza in una lettera indirizzata al presidente del gruppo dei volontari, affinché provvedano a distribuirle a coloro che vorranno individuare come destinatari.
L'iniziativa lodevole che “Stretta di mano” ha promosso, insieme ad alcuni dei suoi sostenitori, è stata così commentata dagli stessi consiglieri Albo e Medaglia: «È un piccolo gesto, ma profondamente sentito, per essere vicini alla comunità in questo momento di grande crisi pandemica, con la speranza che questa situazione possa risolversi al più presto e che, sotto quelle mascherine, possano nascondersi solo i sorrisi dei nostri bimbi».

GRIMALDI – Da circa una settimana, lo sportello postamat è fuori uso per un guasto.
La temporanea impossibilità per gli utenti, di prelevare somme di denaro dall'esterno, sta determinando lunghe code all'ufficio postale.
Costretti ad aspettare più del dovuto per raggiungere gli sportelli, anche sotto il sole o la pioggia, per mantenere la distanza di sicurezza, molti cittadini hanno manifestato il loro evidente disagio.
Un disagio lamentato soprattutto agli inizi del mese, quando sono state pagate le pensioni. Nonostante il pagamento sia stato scaglionato su diversi giorni per scongiurare possibili assembramenti, le lunghe file sono state, e continuano ad essere, inevitabili.
Anche perché, all'ufficio di Grimaldi si riversano i cittadini di Altilia e quelli di Malito, comuni nei quali il servizio postale è attivo solo in determinati giorni della settimana.

(Foto dal Web)

Una bella e originale iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Rende. "Vedere orizzonti dove vengono segnati confini, in un momento storico che ci richiede di ripensare a noi stessi e superare quello che ci rende distanti dal rimanere umani è ciò che muove il nostro welfare resiliente”: il sindaco di Rende Marcello Manna ha spiegato così lo spirito dell’ultima delle iniziative che la sua amministrazione ha messo in moto all’indomani dello scoppio della pandemia a sostegno delle famiglie più bisognose. In collaborazione con la casa circondariale “Sergio Cosmai”, la Terra di Piero e l’IIS “Cosentino-Todaro”, il comune dell’oltre Campagnano promuove “CuciniAmo” progetto che coinvolgerà alcuni dei detenuti nella preparazione dei pasti da destinare alle persone in difficoltà.
Da lunedì al sabato i fornelli della cucina all’interno delle carceri cosentine ritorneranno ad accendersi alimentando la rete solidale che “sinora ha raggiunto più di seicento persone con generi di prima necessità e pasti”, ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Annamaria Artese che ha aggiunto come: “le scelte di vita possono essere messe in discussione solo se prima si è compreso come si è vissuto ed essere quindi trasformate in azioni reali nella vita fuori dal carcere.
Questa iniziativa dimostra come, nonostante la situazione detentiva, queste persone dimostrino vicinanza a chi soffre”. “Gli studenti iscritti alle cinque classi della sezione carceraria dell’istituto alberghiero rendese a turno prepareranno il pranzo seguendo il menù dei docenti Marigliano e Caloprese che hanno realizzato, per l’occasione, un ricettario con il procedimento dei pasti. I ragazzi sono particolarmente motivati perché è emersa la volontà di aiutare chi adesso si trova in difficoltà” ha affermato la dirigente dell’istituto alberghiero Tina Nicoletti. Ma a cucinare saranno idealmente tutti i detenuti che, proprio nei giorni scorsi hanno scritto una lettera di ringraziamento alle ragazze e ai ragazzi che ogni giorno operano: “per gli ultimi e i bisognosi”. “Abbiamo creduto molto in questa iniziativa – ha affermato Francesco Chiarello, chef e a capo della squadra di volontari che prepara i pasti per tutta l’area urbana- perché in questo percorso di riabilitazione il fattore umano e sociale deve essere sempre garantito”.
“Siamo certi –ha sottolineato la direttrice del carcere Maria Luisa Mendicino- che sentirsi di nuovo utili per la società è processo fondamentale. Per questo è importante che negli istituti penitenziari venga offerta la possibilità di professionalizzarsi, imparare un mestiere, studiare, in modo che chi sconta la pena possa strutturare la fiducia in sé stesso, negli altri, nelle istituzioni e nello Stato”. 

Nella foto, il giornalista Gianfranco Bonofiglio

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